Appalti privati, partono i controlli

Procura e prefetto: ispezioni a campione contro la criminalità organizzata

L'AQUILA. Controlli, sia pure a campione, sugli appalti privati, spesso milionari, per la ricostruzione pesante, ovvero le case E. La misura, decisa in un vertice in prefettura, mira a prevenire infiltrazioni mafiose. Un tipo di controllo mai fatto finora in Italia.

Il summit (foto), promosso dal prefetto dell'Aquila, Giovanna Maria Rita Iurato, ha fissato alcune norme per la esecuzione di questi controlli. All'incontro hanno partecipato anche il pm Alfredo Rossini, la sua collega, Olga Capasso, il prefetto Bruno Frattasi del ministero dell'Interno e i vertici provinciali interforze.

Quella della ricostruzione pesante è una torta molto appetibile. Infatti nei Comuni del cratere gli edifici classificati E sono poco meno di ventimila mentre all'Aquila sono 8.676.

Il problema è il seguente: siccome le ditte che faranno i lavori per questi edifici sono scelte dalle assemblee di condominio o dai proprietari dei fabbricati danneggiati, esiste il rischio che costoro possano essere contattati e influenzati da persone vicine alla criminalità organizzata.

Inoltre si corre anche il rischio che queste ditte, caso mai aquilane, possano avvalersi di manodopera "indicata" dalla malavita. La casistica è ancora più varia di quella degli appalti pubblici: infatti può anche succedere che un amministratore di condominio possa essere avvicinato da gente malavitosa per tentare di condizionare le scelte dei condomìni da lui amministrati.

L'incontro è stato interlocutorio: le parti si rivedranno per definire la normativa. Sentori di infiltrazioni soprattutto dopo la scoperta di tracce evidenti della'ndrangheta nella ricostruzione post sisma emerse dall'inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria che, nei mesi scorsi, condotto un'operazione conclusasi con l'arresto di 34 persone. «E' la prima volta nella storia che si fanno questi tipi di controlli sugli interventi del privato» ha spiegato il prefetto Iurato «proprio per garantire che l'erogazione pubblica di fondi sia finalizzata a ditte aggiudicatarie in regola, trasparenti». Il prefetto ha sottolineato che «si faranno controlli a campione, per il momento abbiamo 12mila domande, ma il termine scadrà il prossimo 30 giugno e quindi il numero sarà completo e perfezionato. Ci stiamo muovendo per fare le cose in maniera seria» ha continuato la Iurato «siamo pronti ed attrezzati dal punto di vista psicologico, mentre dal punto di vista normativo abbiamo la terza edizione delle linee guida che sono un grosso punto di riferimento su cui faremo leva».

«La riunione l'abbiamo fatta per definire gli aspetti giuridici della vicenda, un pò complessi, che permetteranno delle ispezioni». Così il procuratore distrettuale antimafia dell'Aquila, Alfredo Rossini, ha commentato il summit per individuare un sistema di controllo per prevenire le infiltrazioni. «Si tratta di un'attività che era stata predeterminata in tempi recenti in maniera da fare controlli anche negli appalti di tipo privato che non erano coperti» ha spiegato ancora Rossini «questo per permettere controlli nei casi in cui si ipotizzi che il committente, cioé un privato qualunque, possa essere in qualche modo coinvolto da personaggi mafiosi ai quali non può dire di no».

Rossini ha ricordato di aver scritto, dopo il terremoto, al procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, per sostenere l'esigenza di una normativa ad hoc contro le infiltrazioni nell'emergenza e nella ricostruzione. Ieri, infine, il prefetto ha reso noto che in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, il 29 gennaio, sarà diffusa anche una nota nella quale verranno fatte conoscere tutte le attività di controllo portate avanti dalla prefettura.

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