Assumma: «Nessuna attenuante per chi ha ucciso la giovane Sara» 

Intervista al presidente nazionale dell’Osservatorio vittime omicidi stradali: in Italia 9 morti al giorno «Prelievi coattivi del sangue e aggravanti per chi guida col telefonino, serve una coscienza sociale»

AIELLI. Niente attenuanti per l’automobilista che ha travolto e ucciso Sara Sforza. Una coscienza sociale per fermare le stragi sulle strade. Prelievi coattivi del sangue. E pene esemplari per chi guida con un telefonino in mano. Sono alcune riflessioni fatte al Centro dall’avvocato Piergiorgio Assumma, presidente dell’Osservatorio nazionale vittime degli omicidi stradali (Onvs), dopo la tragedia costata la vita alla 23enne di Aielli. Vicenda che ha portato in carcere il marocchino Jarrar Ayoub, 25 enne, drogato e ubriaco al momento dello schianto sulla Tiburtina. Il giovane, in Italia da clandestino, è accusa di omicidio stradale.
La morte di Sara ha scosso l’opinione pubblica. Come finirà in tribunale?
«Ci sono tutti gli elementi propri dell’omicidio stradale, aggravanti comprese, e nessuna ipotesi attenuante rispetto alla condotta dell’automobilista. Nello specifico il ragazzo, alla guida con patente sospesa, aveva un tasso alcolemico di 1,04 grammi per litro e tracce di cocaina e cannabinoidi nel sangue. Inoltre, ha effettuato un sorpasso in un tratto di strada con striscia continua in prossimità di un dosso. La legge prevede una pena che va da un minimo di 5 a un massimo di 12 anni di reclusione. La condanna è però legata a molteplici variabili, come la strategia difensiva, le prove prodotte dalla polizia giudiziaria e dal pubblico ministero, il riconoscimento delle aggravanti e non ultima la scelta del giudice».
Come si può intervenire contro chi guida ubriaco o drogato?
«È necessaria una coscienza sociale che parta dalla scuola e dalle autoscuole attraverso specifici corsi di educazione stradale. Oltre alla punizione a livello sanzionatorio, occorre agire sotto l’aspetto morale e sul senso di colpa che si può provare per aver ucciso una persona, che va ben oltre le sentenze dei tribunali. Nel caso specifico degli omicidi stradali avvenuti sotto l’effetto di alcol e droga, infatti, resta sempre aperta la responsabilità di mettersi alla guida consapevoli di costituire un pericolo per se stessi e per gli altri».
Qual è il vostro impegno?
«Nato nel 2018 con lo scopo di monitorare l’applicazione della recente legge sull’omicidio stradale e tutelare le famiglie delle vittime, l’Onvs si sta battendo per introdurre l’uso del cellulare alla guida tra le aggravanti e l’obbligo del prelievo coattivo del sangue nella normativa sull’omicidio stradale al fine di rendere più efficaci determinati effetti della legge. L’Osservatorio, disponibile al numero verde gratuito 800144902, mette a disposizione delle famiglie un team di legali specializzati in grado di fornire una prima assistenza gratuita in un momento di forte emotività».
Quali sono i dati sulle vittime della strada in Italia?
«Nel primo semestre 2019 abbiamo registrato un incremento dell’1,3% rispetto all’anno precedente, con una media di 9 omicidi stradali al giorno. Nel 2016 le vittime sono state 3.283 contro le 3.378 del 2017 e le 3.325 del 2018. Dati piuttosto lontani dalla previsione dell’Unione Europea che ha chiesto al nostro Paese di dimezzare i numeri». (cr.az.)
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