Aumento Tari torna in consiglio comunale

Oggi la maggioranza farà mancare il numero legale in attesa che il Senato ripristini i fondi sospesi

L’AQUILA. Mancanza del numero legale, conseguente rinvio dell’aumento della Tari, nuova diffida del prefetto. Un copione già visto, che tuttavia consentirà di non aumentare davvero, per la seconda volta in pochi mesi, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti. Oggi nell’aula “Tullio de Rubeis” di Villa Gioia, alle 9,30, oltre all’aggiornamento della tariffa Tari (Tassa sui rifiuti) per l’annualità 2016, approdano la variazione di assestamento generale, e la salvaguardia degli equilibri di bilancio riferiti all’esercizio finanziario 2016. Da quanto si è appreso, la maggioranza però non sarà presente, per consentire il rinvio della seduta, che sarà riconvocata dopo l’approvazione al Senato degli emendamenti (già passati alla Camera), al decreto enti locali, quello che doveva ripristinare il capitolo le minori entrate, e che invece per un errore formale, ha causato nuove preoccupazioni agli amministratori per la tenuta delle casse dell’ente. Un’estate di passione, dunque, sulla quale pende la seconda diffida del prefetto, nella speranza che il Senato riesca a licenziare le modifiche attese entro il limite imposto al Comune. Nel frattempo, nelle case degli aquilani stanno arrivando le bollette della Tari già precompilate, sulle quali è già riportato l’importo che i cittadini dovranno pagare in acconto, nell’attesa di un nuovo, eventuale, aumento dell’aliquota. Aumento, che nella sostanza dei fatti, non dovrebbe esserci se il governo manterrà la parola data. Ieri i consiglieri di Appello per L’Aquila e L’Aquila che vogliamo, Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini, hanno denunciato con forza che «i consiglieri comunali non hanno a disposizione i testi degli atti», oltre al fatto che «non è stato svolto, incredibilmente, il previsto esame preliminare della commissione competente. Facendo scempio di ogni norma regolamentare e del buon funzionamento del consiglio, questa situazione nega la possibilità per i consiglieri di presentare emendamenti, nel rispetto di quanto stabilito dal regolamento di contabilità. Altro che bilancio partecipato. Queste violazioni», aggiungono, «sono ormai prassi, visto che il diritto-dovere dei consiglieri di conoscere i testi e poter presentare emendamenti è stato negato nelle ultime tre sedute relative al bilancio. Come pare sia diventata prassi farsi diffidare dal Prefetto a ogni approvazione di bilancio. Un vero e proprio disastro, non imputabile a vicende parlamentari, ma alla completa inadeguatezza di questa amministrazione».

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