Avezzano, pasti gratis a scuola: su 250 famiglie scattano le verifiche

La giunta gira i redditi Isee alla Finanza, caccia ai furbi Boccia: agevolazioni per quanti hanno perso il lavoro

AVEZZANO. Circa 37mila pasti su 170mila, ogni anno, vengono erogati gratuitamente agli alunni delle scuole di Avezzano. Sono circa mille i bambini che si intrattengono a tempo pieno a scuola. Avendo la possibilità di usufruire del servizio mensa. Circa il 21% della cifra totale dei pasti offerti è coperta dall’amministrazione, in quanto 250 famiglie dichiarano un reddito Isee inferiore a 5.018 euro annui.

Redditi dichiarati che adesso finiranno anche sulle scrivanie della Guardia di finanza. Lo scopo è quello di accertare eventuali irregolarità.

La mensa offerta ai bimbi di scuole dell’infanzia e di scuole primarie costa ogni anno 732mila euro. Fino al 2012-2013 il Comune ha coperto circa il 54% della spesa. A partire dal primo ottobre, invece, sarà coperto il 46%. Da qui la decisione di aumentare le tariffe – fino a un euro al giorno – e le polemiche innescatesi con i genitori.

Termine per la presentazione della richiesta dei buoni mensa rimane comunque lunedì, tanto che da martedì primo ottobre partirà il servizio della ditta Essebi.

Il vicesindaco Ferdinando Boccia tiene a precisare che chi ha perso il lavoro nel 2013, e quindi non ha più il reddito Isee dell’anno scorso, può produrre un’autocertificazione con cui dimostra di essere attualmente senza occupazione, in modo da ottenere una deroga alle nuove disposizioni annunciate.

Tutti i moduli presentati per ottenere l’esonero, che chiariscono i redditi Isee di ogni nucleo familiare, saranno girati alla Finanza.

A oggi le domande presentate per avere pasti a scuola sono circa 250. Un’ottantina quelle che rientrerebbero nella seconda fascia di reddito (fino a 12.544 euro per accedere al ticket di 2,64 euro a pasto) e circa 40 quelle della terza fascia (tra i 12.544 e i 15mila euro per 3.37 euro a pasto).

«Grazie a una convenzione stipulata con la Guardia di finanza» sottolinea il vicesindaco Boccia, «il Comune trasmette le dichiarazioni Isee consegnate dai cittadini, per controlli incrociati con le dichiarazioni dei redditi. La Finanza ha fino a cinque anni di tempo per riconsegnare i risultati delle dichiarazioni ma già da due anni sappiamo che i controlli hanno stanato qualche furbo. Se dovessero emergere irregolarità e quindi se dovessero diminuire le famiglie che ottengono pasti gratuiti, quelle somme potrebbero essere utilizzate per rivedere le tariffe».

Il vicesindaco aggiunge: «Invitiamo tutti quelli che hanno perso il lavoro a produrre subito l’autocertificazione negli uffici di via Vezzia in modo da ottenere una deroga».

«Abbiamo chiesto alle famiglie più benestanti di porgere una mano a chi versa in stato di difficoltà economica e siamo rimasti stupìti di come una parte di genitori, sicuramente incitata da qualcuno, sia venuta a fare polemica in Comune» precisa Boccia «allo stesso modo ringrazio le mamme che una volta avuto il quadro chiaro di quanto deciso dal Comune si sono rese disponibili al cambiamento».

Magda Tirabassi

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