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Avezzano, poche commesse: la LFoundry ferma la produzione

Riorganizzazione dopo la cessione ai cinesi della Smic. Lo stabilimento non chiude ad agosto, ma è in rodaggio

AVEZZANO. Otto turni di fermo produttivo alla LFoundry per compensare la carenza di commesse. Dopo la cessione del sito industriale più grande della Marsica alla multinazionale cinese Smic c’è bisogno di una riorganizzazione. Le commesse passate da Micron a LFoundry, e le nuove trovate nel corso degli ultimi cinque anni dai manager di quest’ultima, non passeranno automaticamente nelle mani della nuova proprietà che però è già pronta a portare i suoi prodotti in Marsica. La Semiconductor manufacturing international corporation – azienda leader nel settore dei semiconduttori con sede a Shanghai – produce wafer come LFoundry e vuole ampliare il suo raggio d’azione proprio grazie allo stabilimento marsicano. Ma questo processo, partito con la sigla della cessione del sito del nucleo industriale della città nel giugno scorso, ha bisogno di tempo per essere attuato. Ci sarà, quindi, un periodo di riassetto interno con una conseguente pausa produttiva necessaria per consentire alla Smic di chiudere con le vecchie commesse e iniziare con i nuovi lavori. Per questo, nel mese di agosto, la direzione aziendale ha fissato 4 slow down. I fermi produttivi previsti coinvolgeranno otto turni da 12 ore ciascuno durante tutto l’arco del mese.

«Inizialmente si era ipotizzato che venissero coinvolti tutti i dipendenti», ha spiegato Roberto Di Francesco della Fiom-Cgil, «e che in azienda restasse solo il personale responsabile della sicurezza a vigilare sugli impianti. Poi, invece, è stato comunicato che rimarrà nello stabilimento il 50 per cento dei lavoratori».

I fermi produttivi sono previsti sabato 6 e domenica 7 agosto – turni C e A – domenica 14 e lunedì 15 – turni C e A – sabato 20 e domenica 21 – turni D e B – e domenica 28 e lunedì 29 – turni D e B. L’azienda, nel mese di agosto, non chiuderà come fanno altri stabilimenti del territorio, ma continuerà a lavorare a ciclo continuo. I mille e cinquecento dipendenti, infatti, vanno in ferie a rotazione da maggio a settembre.

«Prima c’era un solo committente per il quale lavoravamo quasi esclusivamente», ha continuato Di Francesco. «Ora, con Smic, bisogna riorganizzare tutto. È chiaro che questa situazione non si risolverà in tempi brevi, ma andrà avanti almeno per un paio di anni fino a quando non entrerà a regime il nuovo sistema di Smic». Fermi produttivi sono stati già applicati nei mesi scorsi dall’azienda per gestire il calo di commesse e la riorganizzazione interna.

Eleonora Berardinetti

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