Bancarotta, Migliarini sotto processo

È accusato di avere sottratto 700mila euro ai creditori della sua azienda fallita

L'AQUILA. Con l'accusa di avere distratto settecentomila euro dalla massa fallimentare un imprenditore aquilano, Enrico Migliarini, 45 anni, aquilano, è stato rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta. I fatti, che si articolano tra L'Aquila e Roma, fanno riferimento al fallimento della officina «Fratelli Migliarini», per debiti di circa 2 milioni, e risalgono al periodo compreso tra il 2004 e il 2006.

Secondo le accuse l'imputato avrebbe distratto da questa società circa 550mila euro. Successivamente da un'altra società, la «Mondocar» da lui creata appositamente, avrebbe distratto duecentomila euro. Una vicenda molto complessa visto che Migliarini, la scorsa estate, fu anche arrestato e fu rinchiuso a Regina Coeli e iniziò uno sciopero della fame ritenendo di potersi difendere e comunque sostenne che una misura cautelare di quel genere era eccessiva. Poi, però, gli fu concessa la libertà.

La bancarotta fraudolenta è contestata non solo per avere distratto i soldi destinati comunque alla massa fallimentare ma anche per avere occultato i libri contabili.

Il processo, nel quale l'imputato potrà far valere le sue ragioni, è stato fissato per il 2 dicembre in tribunale. La relazione sul dissesto finanziario è stata redatta dal curatore Rosanna Di Gioacchino. Tra le accuse anche quella di avere malmenato un operatore finanziario che aveva avuto rapporti di lavoro con lui. Le indagini sono state svolte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura aquilana coordinati dal colonnello Pietro Di Censo.

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