Avezzano

Conti correnti azzerati dal Fisco: famiglia costretta all’elemosina

17 Giugno 2025

In totale 24.000 euro sequestrati, frutto di un risarcimento per un grave incidente sul lavoro. L’uomo si dice senza via d’uscita: «Sono disperato, mi vergogno di fronte ai miei affetti più cari»

AVEZZANO. Il conto corrente bloccato. E i risparmi familiari pignorati per intero. «In totale mi sono stati confiscati 24.000 euro. Tutto ciò che io, mia moglie e le mie tre figlie avevamo per vivere. Ci siamo ritrovati da un giorno all’altro senza più un solo euro per fare la spesa». Un dramma domestico, innescato da un prelievo coatto ad opera dell’Agenzia delle entrate per una cartella esattoriale destinata a un 48enne di un centro della Marsica, T.F.. Una storia complicata dalle condizioni di salute dell’uomo, vittima di un incidente sul lavoro il 1° dicembre 2022, quando precipitò da circa 4 metri d’altezza a causa della rottura di un ponteggio. «Rischiai di morire. Alla fine riportai la frattura occipitale del cervelletto e un’emorragia cerebrale. Trascorsi mesi in ospedale e in clinica di riabilitazione. Quando tornai a casa ero un uomo segnato. Psicologicamente e fisicamente». La piccola ditta di cui era proprietario, nel campo delle costruzioni, è fallita di lì a poco. Lui stesso non ha più potuto riprendere la sua personale routine. Invalidato dai postumi dell’infortunio. Per il quale, attualmente, percepisce un indennizzo mensile pari a 500 euro. «Che sono l’unica forma di sostentamento per me e la mia famiglia», spiega. «Ma non possono bastare. Non riusciamo ad arrivare neppure a metà mese. La mia figlia maggiore vuole ritirarsi dall’università perché non riusciamo più a mantenerla». Ad aggravare la situazione, la malattia scoperta tre anni fa dalla moglie. Per la quale, la prossima settimana, sarà sottoposta a delicato intervento chirurgico. L’intero importo pignorato sul conto bancario, era il frutto di un risarcimento di cui aveva beneficiato proprio in relazione all’incidente. Il prelievo forzato, avvenuto 24 ore dopo l’accredito, è il risultato del mancato pagamento di una cartella (relativa a un conguaglio di inadempienze legate ad Irpef, tasse e contributi non versati), inviata al 48enne a mezzo raccomandata. Con la richiesta di saldare l’importo entro 5 giorni dalla ricezione. Per questo l’intera somma è stata confiscata, come da normativa nazionale. «Non discuto in alcun modo il debito, né il fatto che io debba pagare all’Agenzia quanto dovuto. Contesto i modi. Non si può lasciare una famiglia senza soldi, senza preoccuparsi di come possa cavarsela. Sono disperato. Negli ultimi tempi ho fatto ricorso all’elemosina per dare da mangiare alla mia famiglia. Sono arrivato al punto da essere perseguitato da pensieri drammatici. E non so come uscirne».

L’uomo è caduto in uno stato depressivo che lo ha portato a commettere un gesto estremo solo pochi giorni fa. Sventato solo all’ultimo dall’intervento di un familiare. Domenica ha inviato una lettera all’Agenzia delle entrate, al ministero dell’Economia, al ministro Giancarlo Giorgetti e alla Regione Abruzzo. «...Mi vergogno nei confronti di mia moglie e delle mie figlie. A questo punto, veramente non vedo via d’uscita, che non sia quella di dare fine al mio penoso presente e futuro...». Un grido di disperazione che ha messo in allarme le istituzioni. Tanto che il 48enne è stato raggiunto a casa da una pattuglia dei carabinieri, intervenuti per accertarsi delle condizioni dell’uomo.

La vicenda è solo l’ennesimo caso di prelievo automatico in concomitanza di scadenze cruciali, senza preavviso. Che provoca l’azzeramento dei risparmi per il recupero del debito fiscale, anche di importi modesti. Scenario comune a migliaia di famiglie italiane. Che lamentano il taglio drastico subìto dai conti correnti. Senza la possibilità di stabilire un confronto “umano” con i funzionari dell’Agenzia. Per garantire il mantenimento di risorse necessarie alla sopravvivenza.