Bocciata la Zona franca all’Aquila

Il Senato respinge l’emendamento Pd, nessun beneficio in provincia.

L’AQUILA. La Zona franca urbana in provincia dell’Aquila non si farà. Il Senato ha bocciato l’emendamento Pd. Confcommercio chiede intanto di far slittare al 2012 la restituzione delle tasse. I «no» alla Zona franca sono stati 141. I «sì» 114. Un senatore si è astenuto. La provincia dell’Aquila non sarà Zona franca urbana (Zfu). Lo strumento, introdotto nella maggior parte dei Paesi dell’Unione europea, intende favorire la «rinascita» di comprensori depressi o degradati. Per esempio consentendo, a chi si avventura in nuove attività, di usufruire di agevolazioni fiscali e previdenziali per i primi cinque anni. Una misura che i senatori Luigi Lusi, Giovanni Legnini e Franco Marini consideravano essenziale per il riscatto socio-economico della provincia, dove oltre ai comuni terremotati si trovano realtà alle prese con drammi occupazionali (Valle Peligna su tutte).

Prima del voto al Senato, l’emendamento del Pd al «Disegno di legge sviluppo» sembrava a un passo dall’approvazione. Soprattutto dopo che la Commissione bilancio aveva individuato i soldi. Alla fine, però, il Senato non ha accolto l’emendamento. Scatenando la reazione del senatore marsicano Lusi e del chietino Legnini. Entrambi hanno accusato i colleghi abruzzesi del centrodestra di essersi astenuti o di avere votato contro gli emendamenti al disegno di legge sullo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese che istituivano e finanziavano la Zona franca urbana. «Gli emendamenti 3.1 e 3.2 a nostra firma e del presidente Franco Marini», affermano Legnini e Lusi, «rappresentano una delle istanze base che tutte le categorie produttive chiedono per i comuni che hanno subìto danni diretti o indiretti a causa del sisma del 6 aprile scorso.

E’ incredibile il comportamento scomposto dei senatori della destra abruzzese che non rispondono alle esigenze di tutela delle popolazioni terremotate. Come si spiegherebbe altrimenti la non partecipazione al voto del senatore Fabrizio Di Stefano su entrambi gli emendamenti, la non partecipazione al voto e il voto contrario del senatore Andrea Pastore, l’astensione e la non partecipazione al voto del senatore Filippo Piccone, il voto dichiaratamente contrario a entrambi del senatore Paolo Tancredi? A oggi, dopo tante promesse e a distanza di tre mesi, nessuna concreta misura e nessuna strategia sono state adottate per la ripresa produttiva. E’ utile», concludono gli esponenti del Pd, «che gli abruzzesi sappiano che noi continueremo a fare proposte ragionevoli. I senatori di centrodestra, compresi gli abruzzesi, continuano invece a votare contro senza spiegare neanche il perché.

Il capo ordina e loro si adeguano mentre i problemi degli abruzzesi si aggravano». A questo punto si spera di ottenere benefici almeno sul fronte fiscale. Confcommercio sollecita «correttivi» al decreto che impone la restituzione delle tasse - sospese dopo il terremoto - a partire dal 2012 e non da gennaio 2010. «Presenteremo un apposito emendamento», sottolinea Celso Cioni, direttore provinciale dell’associazione, «per evitare conseguenze insostenibili all’intero sistema delle attività produttive aquilane nel cratere. Gli operatori economici aquilani hanno il sacrosanto diritto di vedere riconosciuta la propria condizione di popolazione terremotata, alla stessa stregua di quelle umbre-friulane che negli anni scorsi hanno dovuto subire e affrontare la medesima drammatica situazione».