Bollette acqua, proteste davanti alla sede del Cam

In fila al freddo la rabbia di chi ha ricevuto solleciti e ingiunzioni di pagamento Urla di disappunto a causa delle lunghe attese davanti agli sportelli della Soget

AVEZZANO. Lettere di sollecito e ingiunzioni di pagamento per le bollette non pagate a centinaia di persone: allo sportello si crea una fila interminabile tra proteste e urla.

Ieri pomeriggio è stata una giornata da dimenticare per decine di utenti che si sono recati alla sede del Cam, e in particolare allo sportello della Soget Spa, la società di gestione entrate e tributi concessionaria del servizio della riscossione, per chiedere spiegazioni sulle lettere arrivate a casa oppure per pagare quelle insolute.

C'erano soprattutto utenti del Consorzio che si sono ritrovati nella buca della posta le lettere in cui si chiedeva il pagamento delle somme mai pagate per non vedersi interrompere il servizio. Quando alle 15.30 si sono aperte le porte degli sportelli al piano terra della sede del Consorzio acquedottistico marsicano, che ospita gli uffici della società incaricata del recupero crediti, la gente già era in protesta perché la coda era cominciata già all'esterno e gli utenti erano stati costretti a rimanere al freddo per parecchio tempo. Una volta aperto lo sportello le cose non sono migliorate.

«Altro che Fontamara», ha protestato qualcuno, «qui stiamo peggio, non sappiamo quanto tempo dovremo attendere ancora in piedi prima di capire cosa sono questi soldi da pagare e di questi tempi non è certo un bel regalo di Natale». Si tratta soprattutto di bollette legate all'acqua, ma in fila c'erano ieri pomeriggio anche persone che non avevano saldato multe o more per ritardi di pagamenti. Sulla vetrata esterna le persone in fila erano stipate. Hanno dovuto fare diverse ore di coda prima di sbrogliare la propria pratica. In qualche caso c'è stato chi ha presentato la ricevuta di pagamento dimostrando che si trattava di un addebito che non doveva esserci. In altri casi, la maggior parte, si è trattato di veri e propri mancati pagamenti e in quel caso gli utenti sono stati costretti a saldare la differenza e anche il sovrapprezzo, per non rischiare pignoramenti.

Pietro Guida

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