Canistro, la Regione va in Procura contro la Santa Croce

Presentata all’Aquila e ad Avezzano una denuncia per violazione dei sigilli. Ma Colella non ci sta e annuncia "azioni giudiziarie per fare chiarezza"

CANISTRO. Diventa incandescente lo scontro tra la Regione Abruzzo e la società Santa Croce spa di Canistro per lo sfruttamento delle risorse idriche oggetto della concessione rilasciata alla società di acque minerali sin dal 1979. La Regione Abruzzo, infatti, ha presentato una denuncia alle procure della Repubblica di Avezzano e L’Aquila contro la Santa Croce, per violazione dei sigilli, perché la società avrebbe continuato a captare acqua nonostante il divieto intimato lo scorso mese di ottobre. La Regione starebbe lavorando alla predisposizione di un nuovo bando di gara per l’affidamento della concessione. L’azienda, acquisita alcuni anni fa dall’imprenditore molisano Camillo Colella, però, non ci sta a interpretare un ruolo passivo e annuncia a sua volta iniziative anche di carattere giudiziario nei confronti della Regione Abruzzo.

I sigilli erano stati apposti dopo la revoca, alla luce di un precedente bando, della concessione, peraltro affidata dalla Regione in via provvisoria, a causa di documentazione ritenuta non regolare, in particolare per il documento unico di regolarità contributiva (Durc) carente. A confermare la presunta violazione è il dirigente regionale del servizio attività estrattive e risorse territoriali Iris Flacco, per la quale «c’è stato un considerevole utilizzo di acqua nonostante la decadenza della concessione per il Durc non regolare. L’utilizzo dell’acqua si evince dalla lettura dei contatori che abbiamo fatto nel corso dei sopralluoghi», continua Flacco, «l’ultimo dei quali venerdì scorso, quando abbiamo chiamato i carabinieri perché l’azienda si è rifiutata di consegnare i registri di imbottigliamento dovuti per legge».

Dall’altra parte, il titolare Colella sottolinea: «Questa azione della Regione ci sembra un modo per interferire, da autorità, sui giudizi amministrativi pendenti riguardo l’assegnazione della concessione a Sorgente Santa Croce spa. Quella di coinvolgere la magistratura penale», incalza «è un’iniziativa che anticipa solo di qualche giorno un’analoga azione che la Sorgente Santa Croce spa stava valutando di intraprendere per fare chiarezza». Nei mesi scorsi c’erano state polemiche tra azienda e sindacati che avevano lanciato l’allarme sul rischio licenziamenti. Alla Santa Croce lavorano 76 dipendenti, molti dei quali con contratto di solidarietà scaduto ad aprile.

Dario Pallotta

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