Capannoni, parte il “repulisti”

L’AQUILA. Diciotto mesi di tempo per rimuovere le strutture provvisorie realizzate per gli operai impegnati nei cantieri della ricostruzione. Campi base, dormitori, mense per le maestranze, uffici, depositi e magazzini dovranno sparire nel giro di un anno e mezzo, come prescrive la delibera della giunta comunale 392 varata il 27 ottobre scorso, che ora entra nella fase attuativa con la comunicazione di apertura del procedimento amministrativo. Dal “repulisti” si salveranno solo le strutture che sono state allestite in linea con gli strumenti urbanistici in vigore, o che non siano in contrasto con la normativa paesaggistico-ambientale. I responsabili dei cantieri, in questo caso, hanno sessanta giorni di tempo per presentare al settore edilizia del Comune una domanda per regolarizzare i manufatti. A renderlo noto sono stati il dirigente del settore, l’architetto Chiara Santoro, e il responsabile del procedimento, il geometra Antonio Zuppella. Secondo la delibera 392, dunque, all’Aquila e dintorni si può considerare conclusa la fase di emergenza, anche alla luce della definizione del cronoprogramma per la ricostruzione del patrimonio edilizio danneggiato dal terremoto del 2009. Per questo motivo, la delibera dà atto del fatto che «non sia più ravvisabile il rischio di gravi fenomeni di degrado ambientale, sociale e urbano, quali possono conseguire dal proliferare di situazioni abitative inappropriate sotto il profilo sanitario, dell’igiene urbana, della sicurezza, della dignità di lavoratori e cittadini, di degrado del territorio, pericolo per la sanità e l’igiene pubblica, e focolai di disordine e illegalità». A provvedere allo smantellamento dovranno essere i titolari delle strutture provvisorie, che dovranno anche provvedere al ripristino dello stato dei luoghi. A vigilare, invece, sarà l’ispettorato urbanistico, «scaduti infruttuosamente i termini del procedimento».

Angela Baglioni

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