Capistrello, polemico addio a Giancarlo

31 Ottobre 2013

Don Antonio Sterpetti striglia i politici: invece di litigare, aiutate la gente a non perdere il lavoro

CAPISTRELLO. Un dolore silente e struggente al tempo stesso ha avvolto ieri Capistrello per l'ultimo saluto a Giancarlo Persia. Lutto cittadino e serrande abbassate in paese per i funerali del 47enne che, stretto dalla morsa della disoccupazione, ha deciso di dire basta e lunedì si è tolto la vita. Il lungo corteo che ha attraversato il centro storico è stato preceduto dal suono della banda che ha voluto accompagnare Giancarlo nel suo ultimo viaggio. Dietro la bara la moglie Anna e le figlie provate dal dolore e sconvolte per questa morte che ha scosso l'intera comunità. E poi centinaia di persone e tanti fiori portati dagli amici, dalle compagne di classe delle figlie e dai gruppi parrocchiali nei quali la famiglia è molto attiva. «Sei stato il mio chierichetto, ti ho seguito al matrimonio, ti ho stimato e apprezzato per la splendida famiglia che hai creato con Anna», ha ricordato il parroco don Antonio Sterpetti durante l'omelia, «una settimana fa eravate tutti qui a messa, sempre presenti come ogni domenica. Hai lavorato tanto per dare ai tuoi cari una vita dignitosa. Poi l'essere rimasto a lungo senza impiego ha creato in te ansia, ha sconvolto la tua mente e ha disteso un velo davanti ai tuoi occhi». Don Antonio si è rivolto ai fedeli e ha ricordato il profondo disagio sociale vissuto in tutto il territorio della Valle Roveto per la carenza di lavoro. «La nostra cittadina più delle altre risente della crisi, non ci sono fabbriche, non ci sono terre da coltivare, e si è costretti ad andare all'estero», ha continuato il sacerdote, «perché i governanti invece di perdere tempo a litigare non si preoccupano di trovare le risorse e di spremere non la spugna quasi secca dei ceti medi, ma quella gonfia dei ricchi?». Un lungo applauso ha accompagnato Giancarlo all'uscita della chiesa.

Eleonora Berardinetti

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