Carabiniere di 35 anni muore nel dirupo

Il maresciallo Russo sarebbe diventato padre tra un mese. Il corpo senza vita trovato dopo due giorni di ricerche

BOLZANO. È stato ritrovato senza vita il corpo del carabiniere Paolo Russo, di 35 anni, originario di Ocre, scomparso domenica pomeriggio sull’Alpe di Villandro in provincia di Bolzano. Sarebbe diventato padre tra un mese. Nel primo pomeriggio di ieri l’elicottero che stava sorvolando la zona l’ha intravisto volando molto basso. A quel punto ha richiamato i soccorsi di terra che si sono calati in un dirupo profondo per diverse decine di metri. Un recupero complicato oltre che straziante. Il maresciallo è scivolato ed è precipitato rovinosamente nel crepaccio.

Per tutta la mattinata di ieri, dunque, centinaia di uomini hanno battuto nuovamente palmo a palmo tutta la zona cercando di ricostruire il percorso seguito dal 35enne atteso domenica alle 14 al campo sportivo per assistere a una partita di calcio con alcuni amici nell’area di Barbiano. Tutti con la speranza, purtroppo vana, di arrivare in tempo. Impegnate le unità cinofile e gli uomini dei colleghi dell’Arma, della polizia, della guardia di finanza, del soccorso alpino di Renon, Sarentino e Bressanone, Vandoies, Anterselva dell’Alpenverein di Bressanone e Sarentino insieme ai vigili del fuoco volontari di Villandro e Bressanone. Nel pomeriggio stavano per essere coinvolti anche gli esperti di ricerca nelle forre in organico al soccorso alpino, ma il corpo è stato ritrovato prima.

«Non è facile, quando accadono queste cose», riflette il presidente provinciale del soccorso alpino Giorgio Gajer, «perché si cerca di dare tutto quello che abbiamo e anche di più per essere veloci. Con la speranza di essere determinanti. Purtroppo non può andare sempre bene».

La prima ipotesi emersa sulla dinamica è che Russo si sia incamminato lontano dal sentiero tradizionale cadendo poi nel dirupo. L’ultima traccia del maresciallo era contenuta nel libro degli ospiti del rifugio Stöffl a Monte Villandro dove ha lasciato la sua firma. Da lì è cominciata la discesa dai 2.509 metri di quota.

Purtroppo la tragedia si temeva fin dalle prime ore delle ricerche quando nel parcheggio della baita Gasser è stata ritrovata la Seat Leon blu di Russo. Fino all’ultimo ci si augurava che fosse rimasto bloccato in qualche anfratto, incapace di muoversi o chiedere aiuto. Il maresciallo, comunque, era molto esperto di montagna. Come molti carabinieri, infatti, amava concedersi diversi giri sulle Dolomiti. Da molti anni, poi, viveva in Alto Adige e aveva imparato a conoscerne sentieri ed escursioni. L’Alpe di Villandro, dunque, non era una zona che poteva coglierlo impreparato.

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