Carsoli

Carsoli, trovato vivo l’84enne disperso da giorni

7 Settembre 2025

A individuarlo in un castagneto due agenti, di cui uno in servizio all’Aquila. L’anziano era confuso ma in buone condizioni

CARSOLI. Tre giorni e tre notti in aperta montagna senza cibo né acqua. Con le temperature che dopo il tramonto precipitano, l’alzheimer che non da tregua e quelle 84 primavere che sembrano lasciare spazio solo a un finale già scritto. Ha perciò dell’incredibile il ritrovamento di Cesare Marchetti, l’84enne originario di Roma, ma residente a Terracina (Latina), disperso dal tardo pomeriggio di mercoledì 3 settembre, quando si era recato nel territorio montano di Santa Lucia di Pescorocchiano, al confine tra le province dell’Aquila e di Rieti, per poi svanire nel nulla. Dopo 63 ore di ricerche che hanno visto impegnati i vigili del fuoco dell’Aquila e di Rieti, Soccorso alpino e speleologico (Cnsas), Soccorso alpino della Guardia di finanza (Sagf), Protezione civile, carabinieri, polizia e cani molecolari, a individuare l’anziano sono stati due agenti liberi dal servizio, il sovrintendente Massimiliano Palluzzi e il vice sovrintendente Augusto Vulpiani (quest’ultimo in forza alla questura dell’Aquila) recatisi ieri mattina di buon’ora in un castagneto in località Santa Lucia di Giove Rotondo di Pescorocchiano – a circa tre chilometri dal luogo in cui l’anziano era stato visto per l’ultima volta – laddove la loro attenzione, intorno alle 9, è stata poi catturata dai lamenti provenienti da un fossato a poca distanza. Quindi la più felice delle scoperte: un uomo che giaceva a terra, in stato confusionale ma in discrete condizioni fisiche. «Voglio tornare a casa, a Terracina», sarebbero state le prime parole pronunciate dall’84enne una volta scorta la sagoma di chi l’avrebbe di lì a poco riportato al sicuro dai suoi cari. Immediata la comunicazione al 112, con l’uomo subito recuperato e trasferito in elicottero all’ospedale De Lellis di Rieti per i dovuti accertamenti. Le sue condizioni di salute sarebbero buone, nonostante lo stato di disidratazione che non gli avrebbe consentito di resistere ancora a lungo. Non si sa come l’uomo sia finito in quel fossato, né che cosa abbia fatto in tutto questo tempo. Dubbi, questi, che forse nessuno sarà mai in grado di sciogliere all’infuori dello stesso 84enne, sempre che la malattia gli permetta di rammentare l’accaduto. Ma a giudicare dalle premesse, e poi dall’esito, di tutta questa storia, poco importa di come sia potuto succedere. L’importante è che sia successo.

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