Tagliacozzo

Infermiera si sente male, stop ai prelievi

7 Settembre 2025

Oltre cinquanta persone costrette a tornare a casa dopo aver pagato. L’Asl si scusa e assicura: «Recuperiamo in settimana»

TAGLIACOZZO. Doveva essere una mattinata di ordinaria routine sanitaria. Si è trasformata invece in un caso di disservizio che ha lasciato l’amaro in bocca a decine di utenti.

È successo ieri al Cup dell’ospedale di Tagliacozzo, dove oltre cinquanta persone, molte delle quali anziane e arrivate dai comuni vicini, sono state costrette a tornare a casa senza aver potuto eseguire i prelievi di sangue, pur avendo già pagato il ticket. L’afflusso era iniziato presto, come di consueto. Gli utenti hanno preso posto infila, qualcuno già dalle prime luci dell’alba, nella speranza di sbrigare in tempi rapidi la pratica. Allo sportello del Cup, regolari le operazioni: prenotazione confermata, pagamento effettuato, ricevuta in mano. Tutto lasciava presagire una mattinata ordinaria. Poi l’attesa davanti alla porta del laboratorio. Minuti che diventavano mezz’ora, con gli sguardi sempre più interrogativi. Le persone continuavano a guardarsi intorno, in cerca di un’infermiera che non arrivava. Qualcuno ha bussato, altri hanno chiesto spiegazioni al personale amministrativo. Ma dalla stanza destinata ai prelievi nessuno si presentava. Poco alla volta lo stupore si è trasformato in irritazione. «Abbiamo pagato e ora non c’è nessuno?», mormoravano in molti. Alcuni anziani, stanchi per l’attesa, hanno cercato sedie su cui appoggiarsi. Altri, venuti da lontano, hanno sottolineato la difficoltà di dover tornare in un altro giorno, magari accompagnati dai familiari. Solo più tardi è emersa la realtà: non c’era alcun operatore sanitario disponibile. Il personale amministrativo, imbarazzato e impotente, non ha potuto far altro che invitare gli utenti a tornare nei prossimi giorni. La sala d’attesa si è svuotata lentamente, tra sbuffi, battute amare e la rassegnazione di chi si è visto negare un servizio essenziale.

LA REPLICA

Nel corso della mattinata è arrivata la precisazione e il mea culpa della Asl 1 Abruzzo. «Chiediamo scusa agli utenti per il disguido, causato da un problema di salute a un’infermiera assegnata al servizio; chi non ha potuto fare il prelievo sarà richiamato nei primi giorni della prossima settimana», ha spiegato il direttore sanitario Carmine Viola. «Una delle due infermiere ha avuto un improvviso malore e non ha potuto presentarsi al lavoro ed è quindi mancato il tempo di rimpiazzarla in modo tempestivo. Nonostante le difficoltà del momento, sono state garantite tutte le urgenze. In ogni caso, sono state date immediate disposizioni affinché i prelievi inevasi vengano recuperati già dall’inizio della prossima settimana».

Un chiarimento che ha stemperato solo in parte la delusione dei cittadini, convinti che la situazione potesse essere gestita con maggiore prontezza. L’episodio, inoltre, ha riacceso i riflettori sul problema strutturale: la carenza di personale al presidio di Tagliacozzo, chiamato a rispondere non solo alle esigenze della città ma anche a quelle di un ampio circondario. Il disservizio di ieri, pur dovuto a un malore improvviso e quindi non prevedibile, porta alla luce le fragilità di un sistema già messo alla prova. In gioco non ci sono soltanto i prelievi, ma l’intera gamma di prestazioni sanitarie che il presidio deve garantire. Sullo sfondo resta poi la questione del pronto soccorso, più volte indicato a rischio chiusura, nonostante l’utenza elevata e la funzione di presidio fondamentale per l’intero territorio. La mattinata di caos al Cup di Tagliacozzo diventa così l’ennesimo campanello d’allarme su una realtà che, pur nelle difficoltà quotidiane, continua a rappresentare un punto di riferimento per migliaia di cittadini che chiedono soltanto servizi certi e organizzati.