Cartellini timbrati via Internet

I trucchi dei funzionari di tribunale arrestati, un'intercettazione di un'indagata svela il meccanismo della truffa: "Che ne sanno... che ne sanno quello che faccio col computer"

L'AQUILA. «Che ne sanno...che ne sanno quello che faccio col computer...capito amo'...tanto tu n'altro po' e via». Così parlava al telefono, non sapendo di essere intercettata, Luigina Oddi, una dei funzionari di tribunale arrestati per assenteismo e tentato abuso d'ufficio.

IL TRUCCO. I finanzieri del comando provinciale guidato dal colonnello Giovanni Domenico Castrignanò hanno svelato il meccanismo che ha portato alla scoperta di un vero e proprio sistema che ha visto i principali personaggi coinvolti nell'indagine essere autori di continui accessi abusivi al marcatempo informatico che segnava le presenze negli uffici pubblici dove erano in servizio. La scoperta del trucco, che veniva messo in atto a turno da alcune tra le persone oggetto d'indagine, ha portato il gip Giuseppe Romano Gargarella a scrivere, nell'ordinanza di custodia cautelare, di un «atteggiamento ormai disinvoltamente illegale all'interno degli uffici del tribunale di Sorveglianza dell'Aquila, apparendo ormai uso comune la falsa attestazione effettuata materialmente dal De Paulis di orari di servizio diversi da quelli effettivamente svolti mediante indebiti accessi agli applicativi informatici».

«SE 'MPICCEMO». Gli indagati, nelle innumerevoli conversazioni intercettate, scherzano sulla frequenza di questi interventi tanto da affermare, con espressioni colorite, che «Rosina se n'è andata alle 2 e un quarto...Adele pure sì fatt...sì (risata) con tutti 'sti nomi se impiccemo, amo'». Secondo gli accertamenti effettuati tramite le celle telefoniche, a determinati orari le persone che risultavano presenti in ufficio si trovavano da tutt'altra parte, in autostrada oppure al supermercato oppure ancora alla fermata dell'autobus. Questo perché, attraverso le registrazioni di carattere informatico che altri facevano per conto loro, veniva attestato falsamente l'orario di entrata oppure di uscita dall'ufficio. Riscontri sono stati effettuati anche su registri cartacei.

42 VOLTE. Secondo quanto contenuto nell'ordinanza del gip, De Paulis, nel lasso di tempo del controllo effettuato, aveva falsificato per ben 42 volte l'orario di entrata e di uscita della Oddi e aveva ricevuto lo stesso favore in altre 25 occasioni. Insomma, una sorta di mutuo soccorso tra persone che si sarebbero coperte a vicenda in svariate circostanze.

GLI INDAGATI. Le persone coinvolte sono gli arrestati Luigina Oddi, 39 anni, di Avezzano, residente a Trasacco, Augusto De Paulis, 59 anni, residente a Bazzano (entrambi in servizio al tribunale di sorveglianza) e Paolo Di Benedetto, 40 anni, di Sulmona, domiciliato a Introdacqua (in servizio in Corte d'Appello) e gli indagati Ferdinando De Silva e Roberto De Silva, di Avezzano, Paola Oddi, 47 anni, di Trasacco, avvocato, dipendente della Regione e Alessia Nusca, 31 anni, nata a Roma e residente a Rocca di Mezzo, che avrebbe fruito del tentativo, non andato a buon fine, di superare con aiuti il concorso per avvocato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA