Caso Bertolaso, rischio prescrizione schivato

Secondo la Procura generale non ci sono particolari problemi per definire il procedimento

L’AQUILA. Uno dei timori delle parti offese nel procedimento contro l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, consisteva nel rischio della prescrizione visto che solitamente è di sette anni e mezzo ma ne sono passati già sei.

Al riguardo va ricordato che per questa vicenda, ovvero l’inchiesta Grandi rischi bis, Bertolaso è accusato di omicidio colposo plurimo in quanto presunto ispiratore della riunione del 31 marzo 2009 nella quale scaturì il messaggio rassicurante sulla possibilità di un forte terremoto da parte della commissione. Secondo la Procura generale lo stesso articolo 589 (quello che contempla l’omicidio colposo plurimo) prevede un aumento di pena che a sua volta assicura un termine quantomai congruo per completare l’iter del procedimento. E, comunque, pure in caso di tempi lunghi, per l’accusa conta arrivare anche a una condanna in primo grado o a un rinvio a giudizio. L’applicazione della prescrizione (al posto di un’assoluzione) costituirebbe comunque un dato positivo (per l’accusa e le parti civili) in tema di accertamento delle responsabilità

Probabile, comunque, che la difesa critichi questa interpretazione del dettato di questo articolo del codice penale contestandone l’estensione al caso Bertolaso.

La richiesta di rinvio a giudizio del Pg Romolo Como prevede che ci sia la fissazione dell’udienza preliminare che potrebbe esserci comunque entro l’anno. Ancora da individuare anche il giudice.

La responsabilità di Bertolaso, a fronte di una serie di aspetti già sfrondati, poggia anche sul collegamento con il suo ex vice, Bernardo De Bernardinis, unico condannato a due anni di reclusione (benefìci di legge) nel processo Grandi rischi.

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