Censure e bugie, bufera su Minzolini e Fede

8 Luglio 2010

Sedicesimo servizio sul Tg1. Retequattro: «Gli aquilani aggrediscono le forze di polizia»

L'AQUILA. Alle 12.25 Studio Aperto annuncia in «copertina» la notizia della manifestazione degli aquilani a Roma. Ma, prima di poter vedere il servizio, i telespettatori dovranno attendere diversi minuti. La notizia, liquidata in una trentina di secondi, va quasi in coda, certamente dopo quella sulla «Cina che boccheggia per il caldo». Il Tg1 delle 13.30 la notizia neppure l'annuncia.

I telespettatori della rete ammiraglia della Rai sapranno ciò che sta accadendo a Roma dopo aver ascoltato e visto altri 15 servizi. E così tornano a infuriare le polemiche sul Tg1 e sul suo direttore Minzolini, più volte in questi mesi accusato dagli aquilani di aver oscurato le informazioni sulle condizioni in cui versa la città devastata dal sisma. 

Ma le notizie sulla protesta romana, sui tafferugli con le forze dell'ordine che hanno cercato di impedire ai manifestanti di arrivare a Montecitorio, a quell'ora avevano già fatto il giro d'Italia e del Mondo. Grazie ai siti dei maggiori quotidiani nazionali e di quelli locali, tra cui spicca il Centro, pronti a fornire aggiornamenti continui, «conditi» da immagini e filmati che hanno suscitato grande indignazione.

Notevole il contributo di Sky Tg24 con le sue dirette, interrotte solo per dare le altre notizie del giorno e per brevi stacchi pubblicitari.  Una mattinata carica di tensione e di disperazione per gli oltre cinquemila aquilani (8.000 per gli organizzatori) arrivati a Roma per chiedere al governo lo stesso trattamento riservato ai terremotati di Umbria e Marche e per sollecitare una tassa di scopo per finanziare la ricostruzione. Al tg delle 12.20, La7 dà la notizia dopo il caso Claps.

Nel servizio, durato un minuto circa, si parla di contatto tra le forze dell'ordine e i manifestanti e di colpi di manganello indirizzati anche contro il sindaco Massimo Cialente e il parlamentare del Pd Giovanni Lolli. Dal Tg2 delle ore 13 la protesta dei terremotati viene data come terza notizia. Nel servizio si parla «di corteo non autorizzato, di due feriti tra i manifestanti e di una manganellata al sindaco Cialente».

Nel servizio anche un paio di interviste, una delle quali al caporedattore del Centro Giustino Parisse.  Alla stessa ora il Tg5 apre con L'Aquila. «La protesta degli aquilani arriva nella capitale. Sono un migliaio» dice il giornalista Del Turco, aggiungendo che «i manifestanti provano a forzare il blocco» e che «volano schiaffi, spintoni e lanci di bottiglie. Due i feriti».

Alle 14 è la volta del Tg3 Regionale. Si parla di una mattinata ad altissima tensione, del corteo capeggiato dai sindaci del cratere, dello slogan «salviamo L'Aquila» gridato all'unisono. E ancora, della presenza di tanti sacerdoti «esempio di una Chiesa mai rimasta in silenzio sulla tragedia aquilana». E poi le parole dei sindaci e lo sventolio delle bandiere neroverdi, «i colori del lutto e della speranza». 

La «vetrina» del Tg3 nazionale è tutta per la vicenda aquilana. Vanno in scena interviste ai manifestanti. «Dopo il sangue dei morti serviva anche questo» dice ai microfoni del Tg3 uno dei ragazzi feriti. Intanto, sul web si susseguono i commenti, mentre la televisione aquilana TvUno trasmette ogni dieci minuti un'edizione straordinaria con immagini e collegamenti telefonici.

Servizi riproposti dall'emittente su Facebook e in streaming live. Il tutto suscitando un'ondata di commenti indignati nei confronti del trattamento riservato ai terremotati.  Nei telegiornali della sera il replay, con qualche correttivo e anche qualche nota stonata. Per Emilio Fede, direttore del Tg4, «è legittimo manifestare ma non in modo violento come hanno fatto gli aquilani.

Le ferite del terremoto sono state quasi tutte sanate dall'impegno del governo e a Roma si è assistito ad azioni violente attuate dalla popolazione aquilana che ha aggredito le forze dell'ordine».  Un servizio bollato da tanti aquilani come «vergognoso e violento». Diversi i servizi lanciati in serata da La 7 di Mentana, dove c'è spazio anche per mandare le immagini del centro storico dell'Aquila, dei vicoli chiusi e pieni di macerie e per ascoltare «il grido di dolore di alcuni imprenditori».

Il Tg1 della sera aggiusta il tiro. La notizia va nei titoli di apertura. Ma è ormai tardi per frenare le polemiche all'indirizzo del suo direttore. «Le notizie che interessano direttamente il Presidente del Consiglio vengono trattate dalla televisione di Stato non secondo le logiche di una informazione imparziale, ma secondo le convenienze personali di Berlusconi».

E' quanto dichiara Carlo Costantini, capogruppo regionale dell'IdV. «Siamo stati inondati per settimane da aperture del Tg1 su tagli di nastri e cerimonie di inaugurazione, mentre le manifestazioni di protesta, caratterizzate da una enorme partecipazione popolare, sono state relegate in coda nel Tg1 dell'edizione delle 13,30». Sulla stessa lunghezza d'onda il deputato dell'Italia dei valori Pancho Pardi.

A difendere il Tg1 Alessio Butti, capogruppo del Pdl in commissione di vigilanza Rai. «Le quotidiane critiche che la sinistra più esasperata rivolge al Tg1 sono di per sé paradossali, ma oggi hanno lambito momenti di comicità pura».