Centrale a biomasse il Tar per ora non decide

Ieri il presidio del comitato del no davanti al Tribunale amministrativo Il prefetto convoca un tavolo istituzionale. Salta la seduta del consiglio provinciale

L'AQUILA. Nulla di fatto: il Tar ha rimandato a data da destinarsi il pronunciamento sul ricorso, presentato dal «Comitato del no», contro la realizzazione della centrale a biomasse nel nucleo industriale di Bazzano. E ieri è saltata anche, per mancanza del numero legale, la seduta straordinaria del consiglio provinciale, convocato per discutere la mozione, a firma dei consiglieri Pierpaolo Pietrucci, Paolo Federico e Fabrizio D'Alessandro, contro la costruzione dell'impianto. Una giornata scandita dalla protesta del Comitato del no, che ha presidiato dapprima la sede del Tar, manifestando fuori dai cancelli con indosso magliette bianche con scritte contro la centrale a biomasse, poi il palazzo della Provincia. Una protesta che proseguirà senza esclusione di colpi e che ha già sortito un primo effetto positivo: il prefetto dell'Aquila, Francesco Alecci, su richiesta del Comitato, ha convocato un tavolo interistituzionale, chiamando a raccolta il presidente della Regione, Gianni Chiodi, il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, la Asl e l'Arta.

«La protesta odierna», ha dichiarato Antonio Perrotti, del Comitato del no, «è un segnale di vigilanza: non abbasseremo la guardia e se il Tar non si esprimerà a favore del blocco della centrale ricorreremo al Consiglio di Stato. L'impianto che la Futuris Aquilana vuole realizzare a Bazzano pone una serie di interrogativi sull'approvvigionamento delle materie prime, entra in aperto contrasto con il piano alluvioni e risulta privo della valutazione di incidenza sul territorio». Uno dei perni sui cui poggia la protesta dei residenti è la scelta della zona per la realizzazione della centrale a biomasse: un'area fortemente antropizzata, dove insistono numerosi nuclei abitati, attività commerciali e uffici. C'è, inoltre, il rischio, paventato dal Comitato, «che in futuro la centrale possa diventare un inceneritore di rifiuti solidi urbani». Sotto accusa, infine, l'effetto delle emissioni e delle micro-polveri sulla salute dei cittadini. «Siamo soddisfatti per il rinvio del Tar», il commento dei consiglieri Pietrucci e D'Alessandro, «decisione presa alla luce della nuova documentazione, presentata dai Comitati, che fa emergere tutta la criticità di quella che sarebbe una delle centrali più grandi d'Italia. Ancora una volta, i comitati e la giustizia amministrativa arrivano prima di gran parte della politica, spesso distratta, a tal punto che oggi il consiglio provinciale è saltato per mancanza del numero legale». Pietrucci e D'Alessandro hanno annunciato la riproposizione della mozione.

Monica Pelliccione

©RIPRODUZIONE RISERVATA