Centrale fotovoltaica, svolta nella Vallelonga

I sindaci agli ambientalisti: autorizzati anche dal Parco, nessun danno per gli animali

COLLELONGO. «Il mega impianto fotovoltaico fra Collelongo e Villavallelonga è stato autorizzato anche dal Parco nazionale. Non creerà pericoli per la flora e la fauna». Sono parole dei sindaci dei due comuni. Una replica decisa agli ambientalisti.

Nei giorni scorsi Lipu Abruzzo, Altura Abruzzo e Pro-natura Abruzzo hanno chiesto alla Regione di «non approvare la richiesta di realizzare questa mastodontica centrale fotovoltaica». Una nota firmata da Stefano Allavena, Daniele Valfrè e Pietro Matta.

La replica dalla Vallelonga non si è fatta attendere. Angelo Salucci e Martorano Di Cesare, rispettivamente sindaci di Collelongo e Villavallelonga, fanno chiarezza sul progetto e replicano duramente ai rappresentanti delle tre associazioni ambientaliste.

«I due impianti» esordiscono i sindaci Salucci e Di Cesare «vanno localizzati al confine tra i due paesi, a ridosso dell'abitato, del depuratore e della discarica di Villavallelonga, su terreni aridi, sassosi, incolti, abbandonati per primi dai contadini da oltre 40 anni. Non a caso i luoghi si chiamano Macere. Chiariamo subito alcuni punti. Il cammino di questi due impianti è cominciato tre anni fa, nella primavera del 2008. Il parere favorevole per l'incidenza ambientale è stato dato il 29 giugno 2010, anche sulla base della relazione del Direttore del Parco nazionale, Vittorio Ducoli, che ha sostenuto la marginalità di quei terreni per l'orso. La procedura di esproprio è stata eseguita con cura e nel gennaio scorso sono state effettuate le operazioni che hanno permesso di ottenere la disponibilità dell'area. Tutti i soggetti tenuti per legge a esprimersi hanno dato parere favorevole. Due o tre associazioni si sono dichiarate contrarie con motivazioni generiche e grossolane. Aggiungiamo di ritenere che l'Ufficio regionale competente per il rilascio dell'autorizzazione unica ha potuto fissare la data della conferenza apposita quando ha valutato adeguata la documentazione a sua disposizione, in particolare la disponibilità dell'area. L'esame sarà condotto con l'attenzione che meritano la serietà e l'importanza della nostra richiesta e si concluderà con il rilascio in tempi celeri. Perché si capisca l'importanza di questa iniziativa forniamo un dato: il decreto Milleproroghe ha ripristinato per noi le condizioni più favorevoli che ci danno 303mila euro l'anno per venti anni. Sfidiamo chiunque a trovare una simile forma di investimento sui terreni della Vallelonga. Parlare, ancora, di escursionismo naturalistico e agriturismo come fonte di reddito importante in questa zona offende l'intelligenza e l'esperienza delle nostre popolazioni. È insopportabile continuare a sentire lezioni da chi non ha rispetto per noi che viviamo qui, nei territori marginali, e si adopera per farci del male all'insegna di un ambientalismo stupido e irreale; gente che dimentica o non vuole riconoscere la funzione storica delle popolazioni locali, alle quali sole appartengono questi luoghi, per aver mantenuto la Vallelonga bella e godibile com'è ancora, e si adopera per mandare via i pochi rimasti impoverendoli ancora di più nelle possibilità di uso economico, ma assolutamente ecosostenibile, dei propri beni naturali. Sostengono, a torto, che il succiacapre, l'averla piccola e l'ortolano non possono vivere senza quei dodici ettari e non parlano degli altri tredicimila disponibili vanno dai Prati d'Angro a Trasacco, e se ne fregano degli indigeni».

«Noi difenderemo con le unghie e con i denti i nostri due impianti», concludono i sindaci di Collelongo e Villavallelonga, «e procederemo per le vie legali contro gli autori dell'azione e contro chiunque frapporrà ostacoli all'approvazione finale dei progetti; e chiederemo il ristoro per i danni che dovessimo subire. Siamo forti per aver incontrato e superato difficoltà di ogni tipo ma anche per l'aiuto di tante persone, che ringraziamo; non ci faremo fregare alla fine del percorso tecnico-amministrativo».

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