Centrale Snam, il vescovo riconferma il suo «no»
Monsignor Spina non fa sconti sull’impianto di Case Pente e sul metanodotto: «La gente di questo territorio va ascoltata, nulla va anteposto al bene comune»
SULMONA. È un no inequivocabile quello che il vescovo della diocesi di Sulmona-Valva, monsignor Angelo Spina, ribadisce alla centrale e al metanodotto Snam. In una nota ufficiale della curia diocesana, il presule scende in campo contro il progetto e sollecita le istituzioni ad assecondare il volere dei cittadini.
«Accogliendo l’invito di tantissime persone della mia diocesi e dei comitati», premette Spina, «ancora una volta ribadisco il no chiaro e fermo al metanodotto Snam e alla centrale in località Case Pente a Sulmona. I cittadini hanno fatto sentire la loro voce corale e decisa, gli enti preposti si sono pronunciati per il no, motivando punto per punto le ragioni del no. In un Paese democratico i cittadini vanno ascoltati, come pure vanno tenute presenti le delibere degli enti, nulla deve essere anteposto al bene comune delle persone».
Niente sconti, dunque, sulla questione dell’impianto di Case Pente (alle spalle del cimitero sulmonese) e sul gasdotto collegato. «Il mio vuole essere un no fermo e deciso», aggiunge il vescovo. «Per questo ho diramato una nota molto stringata. Volevo evitare interpretazioni di sorta e ribadire la ferma contrarietà, senza se e senza ma al progetto». La ricetta del vescovo – che più volte ha riunito i sindaci del territorio sulla questione – si basa su un modello di economia ecosostenibile, che faccia leva sulle peculiarità naturalistiche, gastronomiche e culturali del territorio. «L’agricoltura e la zootecnia possono rappresentare un ambito di sviluppo se legate alle esigenze ambientali, con modalità di coltivazione e modelli produttivi caratteristici e non facilmente replicabili altrove», fa notare Spina. «È altresì possibile progettare anche interventi industriali che trasformino ciò che il territorio può produrre, con un modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente ed economicamente sensibile. Il turismo ben può essere potenziato attraverso una promozione capillare di carattere territoriale che punti sulle peculiarità gastronomiche, naturalistiche e ambientali e su molteplici servizi e attività da mettere in rete, in considerazione della vicinanza dei due ampi bacini demografici di Roma e Napoli».
Individua la strada della green economy il vescovo, che sollecita interventi su agricoltura e zootecnia, industria leggera e turismo.
Intanto, i comitati cittadini per l’ambiente hanno partecipato ieri all’assemblea del liceo classico Ovidio. L’occasione è servita a illustrare il progetto della Snam e le ragioni del fronte del no. «È stata un’assemblea molto partecipata», commenta Mario Pizzola, portavoce dei comitati per l’ambiente, «e i ragazzi sono molto interessati all’argomento. Noi abbiamo spiegato le ragioni della nostra battaglia che va avanti da otto anni e che stiamo conducendo anche per il futuro degli studenti di questo territorio».
Federica Pantano
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