Centro per l’impiego abusivo e inagibile

Immobile affittato alla Provincia sotto sequestro in via Carabba: indagati l’imprenditore Valentini, il figlio e un ingegnere
L’AQUILA. Lo chiamano il “Palazzo del Lavoro”. Ospita il Centro per l’impiego della Provincia. Ma il modo con cui si volevano impiegare i soldi (l’inchiesta ha di fatto bloccato il contributo pubblico) e le procedure seguite nel post-sisma per ristrutturare l’immobile hanno attirato l’attenzione della Procura, richiedendo un...lavoro aggiuntivo e sinergico da parte delle forze dell’ordine (carabinieri del Ros e del comando provinciale; polizia giudiziaria edilizia del comando polizia municipale) e dell’ufficio speciale della ricostruzione.
IL SEQUESTRO. Il risultato è il sequestro preventivo («di un immobile che difetta dell’agibilità», annota il gip nel decreto), al quale è stato sottoposto l’edificio condominio Carratelli in via Rocco Carabba 4, in zona stazione. Gli uffici restano aperti, tranne una parte al piano terra, e non ci saranno disagi per dipendenti e cittadini. Il sequestro (con facoltà d’uso) è stato disposto dal gip su analoga richiesta della Procura in quanto è stato ritenuto sussistente il reato provvisoriamente contestato di abuso edilizio. È emerso che, come annota il gip, «l’immobile è stato, a più riprese, ristrutturato e modificato (con aumento delle unità, cambio di destinazione d’uso e sostanziale aumento di superficie utile e volumetria) in assenza di validi titoli autorizzatori e in maniera difforme dagli strumenti urbanistici».
GLI INDAGATI. Coinvolti, come indagati, l’imprenditore Gabriele Valentini, di 57 anni, titolare della società Emerald 75 ed ex presidente della vecchia L’Aquila calcio; il figlio Marco, di 29 anni, presidente del consiglio d’amministrazione della Emerald 75 e l’ingegnere Antonello Mancini, di 52 anni, nato all’Aquila e residente a Pizzoli, amministratore del condominio Carratelli. Tutti e tre sono indagati per abusi edilizi (in violazione del testo unico per l’edilizia): per il pm hanno realizzato «in difformità a quanto dichiarato nel permesso a costruire in sanatoria, locali per circa 156 metri quadrati, destinandoli a uffici, tramite la variazione delle altezze di piano (da 2,50 a 2,80 metri), locali prima destinati in progetto come “locali deposito”; inoltre hanno concesso gli spazi in affitto alla Provincia per destinarli a uffici pubblici del Centro per l’impiego”». A Mancini viene contestato il reato di falso per progetto e planimetria; a tutti e tre il concorso in tentativo di truffa aggravata «per aver posto in essere azioni idonee a conseguire un ingiusto profitto pari a 1,4 milioni in danno della pubblica amministrazione» sventato grazie agli accertamenti. Secondo l’accusa, gli «artifizi e raggiri» sarebbero stati articolati in 4 fasi: «nel far figurare la titolarità delle unità immobiliari del fabbricato in capo ai precedenti proprietari, al fine di occultare il reale trasferimento della proprietà all’Emerald 75 a luglio 2011 e per non perdere il diritto al contributo pubblico; nel presentare ad agosto 2011 richiesta di contributo per riparare un edificio di civile abitazione (uso residenziale) per 1,4 milioni, con una dichiarazione d’inizio attività per anticipare asseriti lavori di ripristino di unità immobiliari per uso residenziale; nel reiterare, nel 2012, la richiesta di contributo per le parti comuni del fabbricato a uso residenziale nonostante l’avvenuta trasformazione in direzionale dato in locazione alla Provincia a 522mila euro l’anno; nel cambiare, di fatto, senza autorizzazione, la destinazione da civile abitazione a uso uffici, con lavori in totale difformità dalla dichiarazione del 2011». I tre, infine, con la complicità di «ignoti funzionari del Comune», hanno realizzato, conclude il gip, una «falsa certificazione sull’inizio lavori per sopraelevare l’edificio».
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