L'AQUILA

Centro rifiuti in fiamme: trovati gli inneschi, è un attentato / VIDEO

L’ombra della criminalità organizzata sull'incendio che ha distrutto il capannone della municipalizzata Asm: secondo una prima stima i danni ammontano a 5 milioni di euro

L’AQUILA. L’incendio è doloso. È questa l’unica certezza che si ha, per il momento, sul rogo che nella notte fra lunedì e martedì ha distrutto quasi 10mila metri quadrati del mega-capannone dell’Asm (azienda controllata dal Comune dell’Aquila), che nel capoluogo di regione si occupa della raccolta dei rifiuti urbani. La struttura si trova, nel Nucleo industriale di Bazzano, non lontana dal distretto sanitario della Asl, dalla Biblioteca regionale e dall’Archivio di Stato. Le fiamme, grazie ai vigili del fuoco, non hanno “attaccato” la palazzina che ospita gli uffici dell’Asm.

Ingenti i danni, secondo una stima 5 milioni di euro: a bruciare, all'interno del capannone, che è andato totalmente distrutto, sono stati 26 mezzi in dotazione all'azienda e un vasto quantitativo di materiali plastici. Un danno enorme, che potrebbe compromettere il servizio di raccolta rifiuti in città. Ad andare distrutta anche linea di lavorazione della plastica, e solo pochi giorni fa la Regione Abruzzo aveva autorizzato a implementare a 16mila a 34mila tonnellate l'anno.

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Incendio nel deposito di rifiuti, ecco cosa resta: prima stima di 5 milioni di euro di danni
Il fuoco ha distrutto tutto (video Raniero Pizzi)

Distrutti almeno 26 mezzi aziendali, la piattaforma per la gestione della raccolta differenziata, quintali di carta e plastica. La struttura in “lamiera” del capannone è letteralmente esplosa. Dal materiale plastico bruciato si è sprigionato un fumo acre e potenzialmente pericoloso che ha costretto il Comune a chiedere agli abitanti delle zone circostanti di non aprire le finestre e non consumare i prodotti degli orti dei dintorni. Il servizio di raccolta rifiuti subirà un rallentamento ma l’azienda ha garantito che non verrà sospeso.

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I FATTI Alle 2.30 di martedì un’auto di un istituto di vigilanza (che ha sede vicino) è passata davanti alla sede dell’Asm. Chi era all’interno della macchina in quel momento non ha notato nulla di sospetto. Cinque minuti dopo, però, un vigilante ha visto del fumo (che poteva anche essere confuso con la nebbia che era calata fitta) e uno “strano” rossore sopra al capannone dell’Asm. L’auto è tornata indietro e alle 2.43 è partita la telefonata alla sala operativa dei vigili del fuoco che, coordinati dal comandante provinciale, l’ingegnere Romeo Panzone, sono subito intervenuti con 20 uomini e tutti i mezzi necessari. Un’altra decina di vigili è giunta da Teramo a dare man forte. Tutti si sono trovati di fronte a una scena infernale.

È stata un’operazione su tre fronti: sul fuoco che andava subito messo sotto controllo, sul retro della palazzina uffici per “salvarla” dalle fiamme e in fondo al capannone per evitare che il fuoco arrivasse in una zona che non è stata “intaccata” ma dove c’era altro materiale infiammabile. Il lavoro ha richiesto non poco coraggio, perché a un certo punto sono iniziate delle forti esplosioni e il capannone, a causa del calore, ha “spanciato” verso l’esterno anche se non è completamente imploso. Alle 6.30 il rogo era stato quasi del tutto spento. Residui delle esplosioni sono finiti nella vicina sede dell’Asd Sam, gruppo di Protezione civile, che ha dovuto allontanare alcune ambulanze. Balle di plastica poste all’esterno hanno continuato a bruciare fino alla tarda mattinata.

TRE INNESCHI La causa, come detto, è certamente dolosa. C’è dunque l’ombra della criminalità. Sarebbero stati individuati almeno tre “inneschi” piazzati, si presume, vicino a carta e plastica. Ad agire potrebbero essere state due o tre persone che si sono mosse rapidamente sapendo cosa fare e cosa prendere di mira. Entrare nella sede dell’Asm di via dell’Industria deve essere stato un gioco da ragazzi. La struttura è circondata da recinzioni (di varia natura) che non è difficile scavalcare. Qui c’è un primo mistero. Come è stato possibile entrare nel capannone che di notte doveva essere ben chiuso? Voci non confermate parlano di piccoli furti nei mesi scorsi alle macchinette che distribuiscono caffè e bibite. Il che significa che anche un ladruncolo in cerca di spiccioli si è potuto muovere indisturbato. Va pure detto che di notte il Nucleo industriale di Bazzano è terra di nessuno. I vigilanti non bastano certo a coprire un’area tanto vasta e con un dedalo di stradine e angoli dove ci si può nascondere facilmente.

VIDEOSORVEGLIANZA Quasi tutte le aziende del Nucleo industriale di Bazzano hanno la videosorveglianza. E anche l’Asm ce l’ha. Basta guardare la palazzina “verde” che ospita gli uffici per notare le telecamere. E qui spunta un secondo mistero. Erano in funzione quelle telecamere? Pare di no, tanto che la polizia (che sta indagando) sta raccogliendo le immagini di telecamere di aziende vicine per cercare indizi e movimenti sospetti. Al lavoro anche gli esperti del Nia dei vigili del fuoco per capire l’origine e la natura dell’incendio e fare un rapporto alla Procura, che nella tarda mattinata ha sequestrato tutta la sede Asm.

LE PISTE Chi è stato e perché? Questa è la domanda più difficile alla quale gli investigatori dovranno dare una risposta. “L’affare rifiuti”, si sa, muove soldi e quindi interessi. L’Asm, che si occupa oltre che del Comune dell’Aquila anche di quelli di San Pio delle Camere, Pizzoli, Capitignano, Montereale, Campotosto e Scoppito. E in questi anni ha sempre più ampliato il suo raggio di azione relativamente ai servizi offerti. Chi ha provocato l’incendio voleva causare un grosso danno economico all’Asm e in parte ci è riuscito.

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