Cerasoli, ecco il capo delle coop bianche

Storia del personaggio nel mirino, tra simpatie andreottiane e progetti faraonici

L'AQUILA. Sigaro e vecchia Dc, corrente andreottiana. Da una vita nelle coop bianche, dalla Bicocca (edilizia) del 1980 fino alla presidenza della Confederazione cooperative dell'Aquila. In mezzo, progetti faraonici come quello turistico per il lago di Campotosto. Chi è Antonio Cerasoli?

NINO. Antonio Cerasoli detto Nino (nella foto tratta dal sito abruzzo24ore.tv), nato a Ofena il 30 gennaio 1944, per la Procura distrettuale antimafia di Napoli è un vero e proprio punto di riferimento all'Aquila per gli amici dei Casalesi. Gli mandano soldi per formare una società in grado di prendere appalti della ricostruzione. È un personaggio noto negli ambienti politici e imprenditoriali. Politica e cooperative, quelle bianche, sono il suo pane quotidiano. Un amore datato. Nel 1980 è il rappresentante della coop edilizia «La Bicocca srl» con sede in via Sassa 23 e per oggetto sociale «lavori generali costruzione edifici e lavori di ingegneria civile». Stando alla partita Iva si occupa di «intermediazione e commercio di vari prodotti senza prevalenza alcuna».

LA SCALATA. Oltre alle sue società scala anche le cariche sociali in organismi di rappresentanza. Dal 27 febbraio 2001 risulta essere rappresentante legale dell'Unione dell'Aquila della Confederazione cooperative italiane con sede in località Boschetto di Pile. Incarico da cui viene spodestato, come si affretta a precisare la Confcooperative. «Cerasoli non ricopre alcun incarico dallo scorso anno, quando, a seguito del provvedimento di commissariamento dell'Unione provinciale assunto da Confcooperative nazionale, è stato allontanato da tutti gli incarichi». Dal primo gennaio 2006 al primo luglio 2008 è rappresentante legale dell'Istituto abruzzese per la qualità, azienda speciale della Camera di Commercio con sede in città, in via del Guastatore. Il primo luglio 2008 l'istituto cessa l'attività in seguito alla fusione con l'Agenzia per lo sviluppo.

I PROGETTI FARAONICI. Un amico imprenditore, che chiede l'anonimato, lo tratteggia così: «Un personaggio normale, ma con molti interessi e idee. Parecchi dei suoi progetti erano pressoché irrealizzabili. Ne ricordo uno che prevedeva il marketing turistico al lago di Campotosto. Non se ne fece nulla. Le coop erano la sua passione. Entrò anche in quella per la sua casa di Pettino. Mai avuto guai giudiziari, pur essendosi sempre mosso parecchio». Una volta, riferisce un amministratore, litigò con un ente dal quale attendeva un contributo per realizzare uno dei suoi progetti. La diatriba finì a carte bollate.

L'ULTIMA USCITA. Il 20 ottobre 2009 (quando già era nata la società Gam, cavallo di Troia, secondo la Procura, per lo sbarco all'Aquila degli amici dei Casalesi) l'ultima uscita pubblica prima del commissariamento della sua presidenza. In prima fila il capo nazionale Luigi Marino, il vescovo Molinari, il presidente della Regione Chiodi, Cialente, Pezzopane e altri personaggi politici tra cui diversi di area Pdl. In via Aldo Moro, seicento metri quadrati di nuova casa per 20 coop rimaste senza sede. Poi applausi. E taglio del nastro. Prima dell'uscita di scena e dei guai giudiziari.

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