Cialente minaccia: mi dimetto

Troppi assenti nella maggioranza, consiglio a vuoto

L'AQUILA. Consiglieri di maggioranza «distratti», tanto da non presentarsi in aula nel giorno del consiglio comunale. Così, la seduta - con l'opposizione filata via dopo aver chiesto la verifica del numero legale - non è neppure cominciata. Immediata la reazione del sindaco Cialente, pronto a «dimettersi e a mandare tutti a casa».

Una minaccia ripetuta più volte nel corso dell'infuocata riunione di maggioranza, convocata in tutta fretta dopo il flop del consiglio. Lì ad Assergi, nella sede dell'Istituto di fisica nucleare che avrebbe dovuto ospitare i lavori del consiglio, è andato in scena lo sfogo del sindaco Cialente, da tempo alle prese con una maggioranza sempre più risicata e con troppi mal di pancia. Ai "suoi" ha detto di sentirsi amareggiato anche per i recenti attacchi subìti, e non solo da esponenti del centrodestra. Il sindaco ha puntato il dito contro il silenzio dei partiti della coalizione e in particolar modo del Pd. «Se queste sono le condizioni per lavorare per la nostra città è meglio andare a casa» ha tuonato Cialente, che già aveva dato disposizioni alla sua segreteria di preparare la lettera di dimissioni. Quattro ore di accuse e scuse. E non sono mancati neppure spunti polemici nei confronti di alcuni assessori «evanescenti». Alla fine il clima si è rasserenato. Dai consiglieri è arrivato l'impegno «a fare un gioco di squadra», così le ventilate dimissioni del sindaco sono finite, alemno per ora, in archivio.

Ma l'opposizione non è rimasta a guardare. Anzi, mentre la maggioranza era riunita ad Assergi, i consiglieri del centrodestra hanno convocato una conferenza stampa a Villa Gioia per sollecitare il sindaco a lasciare la sua poltrona.

«Il primo cittadino non ha più i numeri per poter governare visto che la maggioranza continua a perdere pezzi» ha detto Emanuele Imprudente (Mpa). «In questi ultimi mesi abbiamo assistito a un progressivo sfilacciamento della coalizione che sostiene Cialente. Non c'è più Rifondazione e anche tra i consiglieri più moderati c'è chi ha deciso di abbandonare la nave». Per Luigi D'Eramo (La Destra), «questa maggioranza non ha più voce in capitolo. Tanti i consiglieri che ormai disertano ogni appuntamento, così come diversi sono gli assessori che spiccano per la loro totale assenza. Ad esempio viene da chiedersi che fine abbia fatto l'assessore alle Opere pubbliche Ermanno Lisi. Da tempo non mette piede in consiglio, neppure per rispondere alle nostre interrogazioni». Enrico Verini (Rialzati L'Aquila) ha descritto Cialente come «un sindaco ormai solissimo che è il solo responsabile di questa sua condizione. Si è arroccato sulle sue posizioni, scegliendo di rimanere al potere con i soliti noti del Pd. In quanto alla giunta, solo un paio di assessori sono presenti. In consiglio, poi, non si produce nulla anche perché l'istituzione è espropriata delle sue competenze». Per Gino Di Carlo , uno dei consiglieri che ha lasciato la maggioranza, «la situazione è ormai nel caos. In giunta ci sono più assessori chiamati ad occuparsi delle stesse cose. E il risultato è che nessuno fa nulla».

Enzo Lombardi (Forza Italia), ha spiegato le ragioni che hanno portato il centrodestra a lasciare l'aula. «Avevamo chiesto un'inversione dell'ordine del giorno per favorire la discussione sui dieci punti strategici per la ricostruzione dei centri storici. Ma la richiesta è stata rifiutata. Una decisione arrogante alla quale abbiamo risposto lasciando l'aula, dove a spiccare erano solo i banchi vuoti della maggioranza».

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