Commissione Grandi rischi, indagine chiusaLa procura prepara gli avvisi di granzia

Nel marzo 2009 rassicurò tutti sullo sciame sismico che da mesi interessava L'Aquila. Il 6 aprile la catastrofe

L'AQUILA. E' l'ora della svolta nell'indagine sulla commissione Grandi Rischi. Infatti la procura dell'Aquila, dopo il primo esposto inoltrato il 17 agosto 2009, ha chiuso le indagini e si appresta a inviare le informazioni di garanzia per omicidio colposo.

Il nodo centrale dell'indagine, che potrebbe riguardare non più di dieci persone, è il verbale della commissione Grandi Rischi che riunita alla fine di marzo 2009 stilò un documento rassicurante sullo sviluppo dello sciame sismico che da mesi interessava L'Aquila. Ma pochi giorni dopo quella riunione ci fu la catastrofe con 308 morti.

La commissione, composta da esperti autorevolissimi, quali il vice capo della protezione civile, Bernardo De Bernardinis, il professor Enzo Boschi presidente nazionale dell'Istituto di fisica e vulcanologia, e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio sismico, e presieduta da Franco Barberi, pur non escludendo nulla perchè i terremoti non sono prevedibili, tuttavia non lasciò presagire nulla di allarmante nell'immediato.

E qui la domanda dell'avvocato Antonio Valentini nel primo esposto da lui inoltrato ad agosto 2009: «Se i terremoti non sono prevedibili come si fa a ipotizzare che non accadrà nulla e a sbandierarlo alla popolazione? Io stesso sono rimasto a casa per via di quelle affermazioni».

La procura, tramite i pm Alfredo Rossini e Fabio Picuti, ha preso in esame e fatto acquisire agli atti moltissime interviste rilasciate dopo quella riunione del 30 marzo nelle quali, per l'appunto, alcuni (non solo politici) hanno ribadito quei messaggi tranquillizzanti che avrebbero indotto in molti a non uscire di casa dopo le scosse precedenti a quella delle 3,32. Con messaggi di diverso segno, secondo le decine di denunce inoltrate, forse le vittime del terremoto sarebbero state molte di meno.

Ma al di là del comunicato della commissione, in alcune denunce è stato anche sostenuto che forse l'evento meritava maggiore attenzione rispetto a una riunione durata meno di un'ora. Un'opinione che è stata ribadita anche in un convegno tenuto all'Aquila due mesi fa nel quale una sismologa Mirta Morrone ha sostenuto «che non si poteva liquidare tutto in un comunicato che dice cose generiche e ovvie e che in alcuni passi si contraddice».

Nel corso della istruttoria sono stati ascoltate decine di persone informate sui fatti, tra cui funzionari di enti locali e protezione civile. Ma molto tempo è stato impiegato nel sentire i familiari delle vittime i quali hanno ribadito, per l'appunto, che le notizie rassicuranti provenienti dai mass media, li hanno indotti a non cercare sistemazioni alternative. Tra i denuncianti anche alcuni residenti di Onna, la frazione più martoriata, che tramite l'avvocato Fabio Alessandroni vogliono entrare nel processo. Da fonti legali si apprende che sono in arrivo, pur senza denunce, molte costituzioni di parte civile.

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