«Con l’entusiasmo riporteremo la voglia di vivere»

17 Aprile 2015

L’auspicio di Natale (presidente della Sezione Abruzzi): «La città è vitale e saprà stringersi al nostro abbraccio»

L’AQUILA. «Se la presenza degli alpini può costituire uno stimolo a far risorgere L’Aquila, abbiamo ottenuto il nostro obiettivo». In queste parole del presidente della Sezione Abruzzi Giovanni Natale, c’è il senso della scelta della città, sconvolta dal terremoto, come sede dell’88ª Adunata nazionale.

Una manifestazione che nelle intenzioni degli organizzatori si propone di andare oltre il clima festoso e spensierato, che caratterizza l’incontro annuale tra le penne nere di tutta Italia. Vuole essere prima di tutto un attestato di affetto e di vicinanza a una città che sta cercando disperatamente di rialzarsi.

«Ho voluto e sostenuto la candidatura dell’Aquila», rivela il presidente della Sezione Abruzzi, «per far tornare il sorriso e la voglia di vivere a questa meravigliosa gente, un’iniezione di entusiasmo che noi alpini riusciremo a dare con la nostra generosità, la nostra umanità e la nostra allegria». Organizzare questo straordinario evento non è stata una passeggiata. Le difficoltà incontrate sono state di quelle che fanno tremare «le vene e i polsi». Ma gli alpini sono gente tosta. Appena saputo della scelta dell’Aquila come sede dell’Adunata, si sono rimboccati le maniche e lavorato sodo, in silenzio, per la riuscita della manifestazione. E che sarà un successo, non hanno dubbi né il presidente della Sezione Abruzzi né il presidente del Comitato organizzatore, Luigi Cailotto.

«Sapevamo», ha rilevato il presidente del Comitato, «che la scelta dell’Aquila, rispetto a quella di Pordenone del 2014, ci avrebbe messo a dura prova: per la vastità del territorio interessato e il disagio che avremmo creato a una città duramente colpita dal sisma. Non volevamo poi sottrarre risorse che servono per la ricostruzione di questa meravigliosa e sfortunata città. Era per noi una sfida. Che, senza tema di smentita, possiamo dire di aver vinto. Il merito va a tutti i gruppi alpini abruzzesi. In questo momento ben 400 volontari sono impegnati per accogliere al meglio gli ospiti. Sento il dovere di ringraziarli tutti». Agli abruzzesi Cailotto esprime la gratitudine per la «spontaneità» e la «generosità». «All’inizio», ricorda, «ho notato una certa diffidenza, ma quando hanno capito chi eravamo e come intendevamo muoverci, ci hanno spalancato le porte». E cita l’esempio della Regione. «C’è stato un momento», ricorda, «in cui, preso dallo scoramento, per le difficoltà a reperire i fondi, fui sul punto di mollare. Ma a ridarmi fiducia ci ha pensato il presidente D’Alfonso che mi ha detto: vai avanti, non ti preoccupare. È stata un’iniezione di fiducia». Sull’abnegazione dei volontari – valgano gli esempi degli alpini di Celano, impegnati nell’imbandieramento della città e di quelli di Trasacco nel pitturare la staccionata della Caserma Rossi col Tricolore – insiste anche il presidente della Sezione Abruzzi. Convinto che gli alpini saranno ripagati dagli abruzzesi con la gratitudine per quello che hanno fatto nel momento del bisogno. Come dopo il terremoto. L’unico rammarico per Giovanni Natale rimane il ritardo con cui le istituzioni si sono mosse. Sottovalutando, forse, la portata dell’evento. «Questo», lamenta ,«ha compromesso la possibilità di operare in sinergia, promuovendo, ad esempio, iniziative culturali e turistiche». Ma anche le aziende private abruzzesi, a detta del presidente, non hanno dato quell’apporto che ci si aspettava, con le sponsorizzazioni. Nonostante tutto, però, il presidente della Sezione Abruzzi si dice certo del grande successo dell’Adunata. E rivolgendosi agli ospiti chiede fin d’ora «scusa se ci sarà qualche disagio. Sono certo che capiranno quanto sia stato difficile risollevarsi. L’Aquila è viva, anche se ferita. E presto tornerà a volare, anche grazie a voi».

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