Concorsone, condannato Petullà

Sei mesi (pena sospesa) per rivelazione di segreto d’ufficio. Assolta la giornalista Di Stefano

L’AQUILA. Una condanna e un’assoluzione.

Così si è definita, in primo grado, una vicenda giudiziaria che ha fatto parecchio rumore in città, e che ha visto finire sotto processo l’ex coordinatore della struttura per la gestione dell’emergenza attivata nel post-terremoto, Roberto Petullà, e la giornalista Cristina Di Stefano, accusati di rivelazione di segreto d’ufficio.

Petullà, accusato di aver inviato a un giornale on line una simulazione di un quiz del concorsone per l’assunzione di 300 persone da impiegare negli uffici della ricostruzione, è stato condannato (su conforme richiesta del pm) a sei mesi di reclusione (pena sospesa), oltre al risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili costituite (altri partecipanti al concorsone, il Comune dell’Aquila e il sindacato Uil), da stabilirsi in separata sede.

Di Stefano, invece, autrice di articoli su un sito web (assistita dall’avvocato di fiducia Alessandra Dundee), è stata assolta perché il fatto non sussiste (530 secondo comma). Così ha deciso ieri sera il tribunale in composizione collegiale (presidente Giuseppe Nicola Grieco, giudici a latere Daria Lombardi e Marfisa Luciani).

La vicenda giudiziaria riguarda la fuga di notizie che avvenne ai tempi del cosiddetto concorsone per entrare nella struttura dell’ufficio per la ricostruzione. Petullà avrebbe fornito, senza poterlo fare, un esempio di domanda simile a quelle che poi sarebbero state fatte ai concorrenti per essere assunti nell’ufficio per la ricostruzione. Di Stefano era finita nel mirino per avere diffuso il quiz sul web. L’indagine venne avviata dopo alcuni esposti presentati nel timore che si potesse ipotizzare qualche favoritismo nel concorso. Uno di questi fu quello del sindaco Massimo Cialente che segnalò il caso alla Procura della Repubblica tramite una denuncia.

Nel corso del procedimento si sono costituiti come parti civili il Comune dell’Aquila, il sindacato Uil-Fp (tramite l’avvocato Deborah Di Pasquale) e due concorrenti del medesimo concorsone. Le altre parti lese sono state rappresentate al processo dagli avvocati Luca Ercole e Maria Teresa Di Rocco.©RIPRODUZIONE RISERVATA