Confesercenti: negozi chiusi durante la processione

L’appello di Leonarduzzi: «Niente musica e luci al passaggio del corteo religioso» E il comitato raccoglie oltre 5.500 firme per sollecitare il ritorno alla tradizione

SULMONA. Saracinesche abbassate, niente musica e luci spente. Questo l’appello che Pietro Leonarduzzi, vicepresidente provinciale di Confesercenti, lancia ai negozianti che si trovano lungo il percorso della processione del Venerdì santo per non rovinare il pathos dell’evento. A circa 20 giorni dall’atteso corteo religioso, continuano ad arrivare le proposte per rispettarne al meglio i valori tradizionali e cristiani. Così, proprio come richiesto da una parte del coro, anche le associazioni di categoria sposano la causa del percorso in silenzio durante il tradizionale e struggente struscio. «Si avvicina il giorno della processione del Venerdì santo, e come ormai accade da secoli, per Sulmona riesplode il desiderio di partecipare a un evento religioso che caratterizza anche la vita culturale della città», fa notare Leonarduzzi. «La Confesercenti lancia un appello ai commercianti che hanno i loro negozi lungo il percorso della processione a tenere chiuse le serrande e a spegnere luci e musica. Si comprende la situazione di crisi che stiamo attraversando, e anche che questo è un appuntamento che richiama tantissima gente. Ma serve il rispetto per l’evento e per quanti vi partecipano, soprattutto per il coro che al canto del Miserere e con il passo di struscio strappa emozioni uniche e irripetibili». Le associazioni di categoria, consapevoli del fatto che la Pasqua è il periodo di maggior richiamo turistico per la città, evitano di chiedere la chiusura dei negozi, ma invocano un giusto compromesso nel rispetto della rappresentazione liturgica. «Considerando la particolarità dell’evento», aggiunge Leonarduzzi, «raccomandiamo a chi ha i negozi lungo il percorso della processione di chiudere al momento del passaggio, per poi riaprire subito dopo. Questo può essere un buon compromesso, per consentire a tutti di partecipare alle celebrazioni religiose e, al tempo stesso, per offrire un servizio alle migliaia di persone che parteciperanno al rito».

Intanto, sono più di 5.500 le persone che hanno firmato la petizione per il ritorno alla tradizione del Venerdì santo, promossa dal comitato civico nato in questi giorni. Quattromila le sottoscrizioni e 1.500 le adesioni via Facebook sulla pagina dedicata.

Federica Pantano

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