Ucciso dal calcio di un cavallo sul cuore: 39enne muore dopo il ricovero

Un indiano, da anni residente a Massa d’Albe, ha accusato un malore dopo aver preso il colpo. Era dipendente di un’azienda agricola. Il sindaco Blasetti: «Perfettamente integrato, gran lavoratore»
AVEZZANO. Surinder Singh è deceduto ieri in ospedale, ad Avezzano, dov’era stato trasportato in preda a un malore per via del calcio di un cavallo all’altezza del cuore. Un colpo violento. Che lì per lì gli ha causato dolore, ma non ha destato troppa preoccupazione. Tanto che la vittima, di origini indiane, ha continuato a lavorare. Era da anni dipendente di un’azienda agricola di Massa d’Albe, dove viveva. Si dedicava alla cura degli animali. E domava i cavalli. Erano la sua grande passione. Saliva in sella e percorreva i sentieri del Velino.
«Quella era casa sua. Non c’era giorno che non visitasse quei luoghi», fa sapere chi lo conosceva. Ieri mattina l’incidente. Era quasi mezzogiorno quando uno degli esemplari dell’allevamento lo ha raggiunto con uno zoccolo sullo sterno. Solo dopo diversi minuti ha cominciato a sentirsi poco bene. Ha chiesto aiuto ai suoi datori di lavoro. Spaventati, lo hanno immediatamente accompagnato in pronto soccorso e affidato alle cure del personale sanitario. Ma non c’è stato nulla da fare. È morto poco dopo, presumibilmente per un’emorragia interna.
Aveva 39 anni, compiuti da poco. Non era sposato e non aveva figli. Viveva nel suo appartamento di fronte al municipio. Frequentava i bar e le attività del paese. Conosceva tutti. E tutti lo apprezzavano per i modi garbati. E ora i commenti si rincorrono. Si discute sulle cause che hanno portato alla tragedia. Sulle quali, però, sarà la magistratura a fare luce. Il pm di turno della Procura di Avezzano Maurizio Maria Cerrato ha stabilito che la salma sia a disposizione dell’autorità giudiziaria, che nelle prossime ore deciderà se procedere all’esame autoptico. Sul luogo del ferimento sono intervenuti i carabinieri della stazione di Magliano de’ Marsi. Che indagano, congiuntamente alla Compagnia di Tagliacozzo e agli uffici del lavoro dell’Asl 1.
«Siamo molto provati da quanto accaduto», ha commentato il sindaco Nicola Blasetti. «Lo siamo come comunità, perché Surinder era parte di questo paese da anni. Si è iscritto all’anagrafe comunale addirittura nel 2010. Era ormai un cittadino acquisito, integrato. Che mai ha dato problemi. Al contrario. Ha messo a frutto questa sua grande passione per gli animali prestando lavoro per un allevamento del posto. Lavorava con i cavalli. Li accudiva. Ed era un lavoratore serissimo», ha concluso il primo cittadino. «Quanto appreso ci lascia con un sentimento di grande vuoto». Amici e affetti restano ora in attesa di conoscere la data delle esequie.
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