Slittano i disegni di legge sui costi della politica e sul riordino e il taglio degli enti pubblici

Consiglio regionale, stop ai lavori

Martedì ultima riunione poi scatterà la pausa elettorale

 L’AQUILA. Martedì prossimo il Consiglio regionale tornerà a riunirsi per una seduta ordinaria dedicata alla questione del terremoto, durante la quale dovrebbe intervenire il presidente della Regione Gianni Chiodi. In un primo tempo doveva essere, su richiesta del Pd, una seduta straordinaria, ma il contingentamento degli interventi previsto dall’assemblea straordinaria ha indotto l’opposizione a scegliere la via di una normale seduta ordinaria. Sarà l’ultima riunione prima del voto.

 L’assemblea tornerà a riunirsi dopo i ballottaggi del 21 giugno. Nel frattempo è stato già bloccato il servizio di comunicazione istituzionale in ottemperanza alla legge elettorale nazionale. Dalla data di insediamento, il 27 gennaio, l’assemblea ha lavorato sette giorni per un totale di nove sedute, compresa quella solenne del 6 maggio, e ha fatto in tempo ad approvare 4 leggi prima che il terremoto stravolgesse il calendario dei lavori e rendesse inagibile la nuova sede nell’ex palazzo Gil, appena inaugurata.

 Nell’agenda del presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano sono rimasti inevasi molti appuntamenti. Primo fra tutti quello con la legge sulla riduzione dei costi della politica, che il presidente Pagano aveva promesso entro maggio e sulla quale aveva messo al lavoro una commissione di tecnici. Per forza di cose il lavoro si è interrotto col terremoto e dunque la presentazione della proposta di legge che dovrà tagliare le buste paga e le pensioni dei consiglieri regionali, slitterà a fine estate - nella più ottimistica delle previsioni - o, come è più probabile, in autunno. Nel frattempo restano depositati i progetti di legge sullo stesso tema presentati da Pd e Italia dei valori.

 Resta al palo anche il riordino del enti regionali, altro capitolo della riduzione dei costi della politica. Il 17 marzo l’assemblea aveva approvato una legge di indirizzo che doveva portare entro 180 giorni alla stesura di leggi di riordino per i singoli enti. Ma sarà difficile che accada qualcosa entro l’autunno. Nel frattempo sono scaduti o sono in scadenza quasi tutti i consigli d’amministrazione o le direzioni delle società controllate dalla regione, degli enti e delle agenzie regionali. Ma di nomine non si parla. Per la prima volta dalla storia della Regione (anche questo è un effetto del terremoto), la cronaca politica non si alimenta di “rumors” sulle poltrone. Neanche su quelle delle società più ambite e ricche (in termini di stipendi) come le società di trasporto pubbliche Gtm, Arpa e Sangritana.

 Su queste la Regione deve decidere se lasciarle così, col rischio che vadano a fondo quando le linee regionali si apriranno finalmente al mercato, o fonderle, per renderle più forti ed efficienti, secondo un progetto presentato dalla Kpmg e costato 190mila euro. L’assessore Giandonato Morra si è preso un po’ di tempo per studiare le carte. Nel frattempo il terremoto sta mandando in affanno i bilanci, primo fra tutti quello dell’Arpa. (a.d.f.)