LA CERIMONIA

Corona di fiori sulla tomba del giovane morto nel 1962

L’AQUILA. La deposizione di una corona di fiori sulla tomba di Bruno Rotilio, un alpino aquilano di 23 anni, morto a Tarvisio nel 1962 durante il servizio militare, ad appena venti giorni dal congedo,...

L’AQUILA. La deposizione di una corona di fiori sulla tomba di Bruno Rotilio, un alpino aquilano di 23 anni, morto a Tarvisio nel 1962 durante il servizio militare, ad appena venti giorni dal congedo, sotto una slavina. Un gesto che ha suscitato grande commozione, quello compiuto sabato scorso nel cimitero dell’Aquila, da una delegazione di alpini – in città per l’Adunata nazionale, guidata dai generali Pietro Ceragno e Giovanni Papini.

«Sono passati ormai 53 anni da quel 5 marzo 1962», ha commentato il generale Ceragno, «ma non abbiamo mai dimenticato quei momenti terribili in cui Bruno Rotilio della 108ª Compagnia perse la vita sotto una slavina mentre faceva un’esercitazione sui monti lungo i confini della catena del Tarvisio, al valico Coccau». «Lo spirito di corpo degli alpini è un valore che dura tutta la vita», ha sottolineato il generale Giovanni Papini, «da allora conservo, ancora nitida, l’immagine di questo giovane. E continuo a interrogarmi su quella tragedia, a chiedermi se c’era un modo per cambiare il corso degli eventi. Il giovane Bruno era un bravo alpino. Il suo ricordo è per me come un pugno nello stomaco». Un’emozione incontenibile per il fratello del giovane alpino aquilano, Dante Rotilio, e per i nipoti presenti: Duilio e Concetta Chilante e Antonello Rotilio.

Con la preghiera dell’Alpino si è concluso questo momento commemorativo a cui hanno partecipato le penne nere provenienti da diverse regioni italiane. Della delegazione hanno fatto parte: Mario Di Pietrantonio, Felice Vanni, Antonio Di Croce, Alberto Cusco, Benedetto Di Bartolomeo, Nunzio Nannarone, Giuseppe Caruso, Adriano Comegna, Alberto Paolucci.

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