Crepe nelle case agibili: niente soldi per ripararle

Masciovecchio (Ordine degli Ingegneri): «Siamo impegnati nelle verifiche» Solo in caso di danni strutturali la segnalazione passa al Comune

L’AQUILA. Niente rimborso per i danni provocati dal sisma dell’Alta Valle dell’Aterno, se le case risultano agibili. Centinaia le abitazioni danneggiate, in città, dalle scosse del 18 gennaio scorso, compresi gli edifici classificati A dopo il 2009. Solo il Comune dell'Aquila ha raccolto 128 segnalazioni. Ieri sono scattati i primi controlli dei tecnici del Centro operativo comunale. Anche gli ingegneri sono all’opera per verificare l’agibilità delle strutture pubbliche e private, ma il presidente dell’Ordine provinciale Elio Masciovecchio avverte: «Le verifiche riguardano solo l’agibilità, non l’accesso a eventuali indennizzi per la ristrutturazione».

DANNI ULTERIORI. Molti dei problemi segnalati riguardano abitazioni riparate e adeguate dopo il terremoto che ha colpito L’Aquila, ma che non sono uscite indenni dalle recenti scosse di Montereale. In alcuni casi si tratta di piccole lesioni, in altri il danno è tutto da valutare. A complicare la situazione, l’assenza di una normativa di riferimento specifica, oltre al fatto che L’Aquila è fuori dal cratere del terremoto in Centro Italia.

CITTÀ SICURA. «Lo scopo principale di un edificio, in relazione all’evento sismico, è la salvaguardia della vita di chi vi abita. In caso di movimenti tellurici, anche di limitata entità, è normale riscontrare danni». Masciovecchio ribadisce che «L’Aquila, al momento, è una delle città più sicure, in quanto buona parte del patrimonio immobiliare è stato oggetto, di recente, di interventi di adeguamento e consolidamento. Ma ciò non vuol dire che le scosse non possano produrre qualche effetto: l’edificio è come l’organismo che, colpito dal virus, reagisce alle sollecitazioni. Si tratta, perlopiù, di piccole lesioni agli intonaci, nulla che possa minare la stabilità della struttura».

MANO AL PORTAFOGLI. Le abitazioni agibili, seppure danneggiate dalle ultime scosse, non potranno godere di rimborsi. I proprietari, se vorranno sistemarle, dovranno mettere mano al portafogli. «Se si ha il legittimo sospetto che le lesioni possano pregiudicare l’agibilità», incalza Masciovecchio, «è bene contattare il progettista o il direttore dei lavori oltre alla ditta aggiudicataria dell’appalto, per verificare la natura del danno. In caso di problemi strutturali, la segnalazione passa al Centro operativo comunale, che procederà a ulteriori verifiche. Ma per le case agibili non vi è possibilità di indennizzo per la riparazione: la linea adottata nel 2009, con un contributo fino a 10mila euro per gli edifici A, era finalizzata a far rientrare al più presto gli aquilani nelle abitazioni. Un’operazione più psicologica che concreta. Adesso non sarà così». La possibilità di accedere a nuovi finanziamenti per la ristrutturazione riguarda unicamente gli edifici che risulteranno inagibili, ma anche in questo caso sarà necessario attendere prima la nuova normativa, che definirà nei dettagli l’iter da seguire. «Siamo pronti a dare una mano alle istituzioni pubbliche e ai privati nella verifica degli edifici, scuole e uffici compresi. Gli ingegneri aquilani non si sono mai tirati indietro. E non lo faranno adesso».

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