Crollo Convitto, la Provincia paga i danni

Intesa con la parte civile. Il legale dell’ex preside: «Bearzi non fece sgomberare la scuola perché rassicurato dalla Grandi rischi»
L’AQUILA. La Provincia paga i danni e si toglie la veste di responsabile civile dal processo per il crollo del Convitto nazionale in seguito al terremoto. L’intesa, tra ente, parte civile e assicurazione, già in itinere, è stata resa nota ieri nel corso della prima udienza del processo di appello per la tragedia nella quale morirono tre ragazzi: Luigi Cellini, di Trasacco, e gli stranieri Ondreiy Nouzovsky e Marta Zelena.
Gli imputati sono l’ex preside Livio Bearzi, condannato in primo grado a 4 anni di carcere e l’ex funzionario della Provincia, Paolo Mazzotta, che fu assolto ma si ritrova di nuovo davanti ai giudici dopo il ricorso della Procura.
L’ente, pur a fronte dell’assoluzione di Mazzotta in primo grado, ha voluto risarcire il danno all’unica parte civile con vittime costituita, ovvero la famiglia del ragazzo di Trasacco, rappresentata dall’avvocato Antonio Milo, mentre i parenti degli altri due giovani hanno preferito stare lontano dalle aule giudiziarie e non hanno chiesto nulla.
Un’intesa (da definire nei dettagli) che alleggerisce vieppiù la posizione di Mazzotta anche se non lo mette necessariamente al riparo da un’ipotetica sentenza sfavorevole.
Mazzotta era accusato di non avere provveduto a fare dei lavori di ristrutturazione del Convitto (realizzato due secoli fa), che non aveva certamente il potere di disporre anche perché si trattava di spendere milioni che l’ente non possedeva.
Restano comunque nel processo l’associazione «Cittadinanzattiva», rappresentata dall’avvocato Roberto Madama e i superstiti del crollo rappresentati nel processo dall’avvocato avezzanese Domenico Eligi.
Diversa la posizione dell’ex preside il quale, secondo la motivazione del giudice unico che l’ha condannato, avrebbe agito in spregio delle più elementari norme cautelari. Suo dovere sarebbe stato quello di evacuare subito la scuola alla luce dello sciame sismico in atto. Il suo avvocato, Paolo Enrico Guidobaldi, ha sempre sostenuto che non aveva alcun potere di evacuare la scuola anche perché tale provvedimento poteva essere adottato solo dal sindaco. E lo stesso Bearzi restò nella scuola insieme agli alunni e ne uscì illeso grazie alla buona sorte. Guidobaldi ritiene che il suo assistito sia stato condizionato nelle scelte dalla Commissione Grandi rischi che rassicurò tutti sull’improbabilità del verificarsi di un forte terremoto. Prossima udienza il 15 giugno.
CASO SPECCHIO. Rinviata al 25 giugno, per l’immancabile difetto di notifica, l’udienza preliminare riguardante l’inchiesta che vede coinvolte 27 persone per una truffa. Tra gli imputati il presidente della Provincia Antonio Del Corvo e l’ex dirigente Valter Angelo Specchio.
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