Crollo Convitto nazionale, responsabilità civile anche per il Ministero

Il dicastero della pubblica Istruzione entra nel processo per il crollo del Convitto nazionale, dove il 6 aprile del 2009 morirono 3 studenti. Il giudice per le udienze preliminari ha accolta la richiesta di responsabilità civile

L'AQUILA. Crollo del Convitto nazionale nel terremoto del 6 aprile 2009, ammesse cinque parti civili. Nuovo passaggio dell'udienza preliminare che vede imputati, di fronte al giudice Marco Billi e al pubblico ministero Fabio Picuti, il preside Livio Bearzi (assistito dagli avvocati Paolo Enrico Guidobaldi e Alfredo Iorio) e il dirigente della Provincia Vincenzo Mazzotta (avvocati Antonio e Paolo Mazzotta). I capi d'imputazione (omicidio colposo e lesioni colpose) sono stati integrati dall'inserimento del ferimento di Luigi Cardarelli. Il pm ha anche precisato che la Provincia non è ente proprietario dell'immobile, che è dello Stato, ma ente deputato a sostenere gli oneri della manutenzione ordinaria e straordinaria.

Le cinque parti civili sono i familiari di Luigi Cellini (morto nel crollo del Convitto) rappresentati dall'avvocato Antonio Milo; i familiari di Luigi Cardarelli, ferito, rappresentati dall'avvocato Roberto Verdecchia; i familiari di Mirko Colangelo, rappresentati dall'avvocato Domenico Eligi; il Codacons, avvocato Piera Farina; Cittadinanzattiva, avvocato Roberto Madama. Non si sono costituiti i familiari delle altre due vittime, Marta Zelena e Ondrey Nuozowsky della Repubblica Ceca.

Ministero dell'Istruzione, Provincia dell'Aquila e Convitto nazionale (non ammesso il ministero per i Beni culturali) sono gli enti chiamati in causa dai familiari di Cellini come responsabili civili. In caso di condanna degli imputati pagheranno i danni. L'udienza riprende lunedì 19 luglio.

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