Addio al maestro Tomassetti, aveva 68 anni. Il corpo senza vita trovato alle porte di Antrosano

Il fratello Aristide: «Mi porto dentro il rammarico di non avergli dato un ultimo abbraccio». E Carusi, presidente del Conservatorio “Casella”, ricorda «un insegnante e un amico schietto e affettuoso»
CELANO. Una scomparsa che lascia un profondo senso di malinconia. Alessandro Tomassetti resterà sempre un volto nobile di questa comunità. Per l’impatto avuto sull’arte del territorio e per il prestigio conferito. Il suo corpo senza vita è stato trovato ieri mattina, poco dopo le 9, alle porte del borgo di Antrosano. Si era allontanato la sera prima dall’ospedale di Avezzano, dove era ricoverato. La polizia e i familiari lo avevano cercato per tutta la notte. Poi il drammatico ritrovamento. Frutto di una decisione inaspettata. Tomassetti, 68 anni, era un’istituzione musicale e un percussionista inarrivabile. Dal papà Luigi, per tutti “Gigino”, colui che per primo ha portato la banda a Celano, aveva ereditato la passione per la musica. Che l’aveva portato sui banchi del Conservatorio dell’Aquila.
La sua seconda casa. Frequentata da giovane, come studente (si era diplomato con lode) e da adulto, come insegnante. «È stato nostro padre a darci le prime nozioni. I primi insegnamenti», ha commentato, nonostante il dolore, il fratello Aristide. Anche lui dedito alla musica, per una vita membro della banda dell’Esercito italiano e oggi pensionato. «Quelle note ci hanno unito e poi condotto lungo i nostri percorsi di vita. Il mio rammarico oggi è di non averlo salutato. Di non essere riuscito a dirgli addio. A dargli un ultimo abbraccio». È il peso insostenibile di una tragedia che segna la vita. E che offusca i ricordi. «Faccio fatica a mettere a fuoco. Ma una cosa di lui voglio dirla. Era un uomo libero». E libertà era la sua stessa musica. «La notizia mi ha lasciato senza parole», ha spiegato il sindaco Settimio Santilli. «Nel 2020 lo abbiamo insignito con uno speciale riconoscimento in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della banda cittadina, dedicata a suo padre Luigi».
Poi c’è il ricordo di Nazzareno Carusi, presidente del Conservatorio “Casella” dell’Aquila. Un ritratto dell’uomo e dei sentimenti che nutriva, e nutre, per l’amico e collega: «Alessandro Tomassetti era la tempesta di pulsazioni perfette, vive e tese all’infinita emozione, che traeva dalle sue percussioni. Era un genio, e i genî non muoiono. Vivono nel lascito felice e nella grazia del loro immenso talento. Ebbi la fortuna di trovarmelo prima didatta, da ragazzino alla scuola media, lui più grande di me di qualche anno, poi amico e collega d’una vita. In ultimo, ho avuto la gioia e l’orgoglio di ritrovarlo tra i Maestri del Conservatorio dell’Aquila, dove lui e io studiammo da bambini e che oggi presiedo. Di lui ho il ricordo nitido della bravura d’insegnante, dell’amicizia schietta e affettuosissima, della bellezza dei concerti insieme e delle registrazioni per Radio 3, con quel gioiello che fu l’aquilana Officina Musicale di Orazio Tuccella. E so perciò, io per primo, che la sua figura di musicista e uomo continuerà a ispirare al senso autentico e più vero della vita e della musica, in tutta, proprio tutta, la loro inarrivabile poesia».
Alessandro Tomassetti lascia la moglie Rossana Santariga e i figli Pierluigi, Valerio e Diego. I funerali saranno celebrati oggi alle 17 nella chiesa di San Giovanni, a Celano.
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