«Della dignità personale me ne frego»

Le intercettazioni. Del Principe: «L’abbiamo detto: quello che ci interessa è un racimolare possibile»

L’AQUILA. «No, Marì,...io allora...la dignità personale non me ne frega niente...è il discorso che abbiamo fatto sempre...quello che ci interessa...è un racimolare possibile...è brutto parla’ così...però...è impossibile». Così parlava il 25 marzo 2015, senza sapere di essere intercettata, l’indagata Del Principe nel corso di una conversazione finita agli atti dell’inchiesta. Il gip ritiene quest’intercettazione «emblematica in ordine alla propensione a delinquere, e in particolare a trarre illeciti profitti dall’attività lavorativa svolta». Lo stesso giudice che ha disposto la misura della sospensione temporanea dal pubblico ufficio ricoperto al Comune o in enti collegati e strumentali ritiene sussistente «il concreto e attuale pericolo di commissione di condotte illecite omologhe a quelle per cui si procede», parlando poi di «particolare gravità dei fatti commessi» e di «personalità spiccatamente incline a delinquere».

Le intercettazioni gettano ombre anche su altri personaggi che gravitano nell’orbita del Csa, che nei loro dialoghi affrontano con disinvoltura i discorsi legati alla nomina dei componenti delle commissioni. Un dirigente dice: «Chiamo Pirozzolo da parte e gli dico...Piro’...la commissione la decidiamo insieme...». E un altro vorrebbe mettere in commissione «un dondele (uno che non capisce niente, ndr)..uno che non fiata...non parla e se fa’ i cazzi se’».

Altra frase chiave viene ritenuta quella pronunciata il 10 dicembre 2014. Il giorno della consegna del denaro – i mille euro dell’asserita tangente – la funzionaria dice: «Sennò non lavoro più con te, basta». E l’imprenditore: «Cattiva!».(e.n.)

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