Dieci insegnanti del prescuola a metà stipendio

Il consigliere Mancini: eliminare disparità di trattamento tra il personale in servizio nelle scuole della città

L’AQUILA. Operano da dieci anni come educatrici nel prescuola, all'interno degli istituti gestiti dal Comune. Ma, al contrario delle colleghe, sono state assunte nell'ambito del servizio integrativo che l’Afm (l’azienda farmaceutica) fornisce, per conto dell’amministrazione comunale, alle scuole elementari. E percepiscono non più di 550 euro mensili, contro uno stipendio che da contratto sfiora i 1200 euro. «Una vicenda che ha dell’incredibile», denuncia il consigliere comunale dell’Idv Angelo Mancini che ha presentato un emendamento al bilancio di previsione di cui è firmatario anche Emanuele Imprudente.

«Le dieci insegnanti in questione si occupano del servizio di pre e interscuola negli istituti della città. Lavorano da oltre 10 anni con un contratto di servizio stipulato dal Comune con l’Afm. Fino a qualche tempo fa venivano chiamate annualmente, nel solo periodo da settembre a giugno, secondo le necessità. Con l’amministrazione Cialente, nel 2008, è stato espletato un concorso per titoli ed esami, che ha consentito di assumere le educatrici a tempo indeterminato. Con un successivo accordo si sarebbe dovuti arrivare alla stipula di un contratto valido per 12 mesi, e non per 10, con un orario settimanale di 24 ore, che avrebbe consentito alle maestre di entrare a pieno titolo nell’attività degli istituti scolastici e partecipare alle attività di programmazione».

Un passaggio mai avvenuto. «Da più di tre anni», incalza Mancini, «le dieci educatrici del prescuola, che non fanno parte direttamente del personale comunale, sono “appese” al vecchio contratto, che non le tutela completamente: prevede, infatti, da 18 a 21 ore settimanali e una copertura economica per soli dieci mesi l’anno». La retribuzione mensile è l’aspetto più desolante: 550 euro in busta paga, contro i 1200 in media percepiti dalle maestre comunali, che svolgono le stesse mansioni, e a fronte di qualche ora in più di insegnamento. Mancini chiede con forza «che l’incresciosa vicenda si chiuda positivamente al più presto. Le insegnanti del prescuola in forza al Comune, in tutto 36», dice, «furono stabilizzate nel 1998, ma per le dieci educatrici del servizio integrativo fornito dall’Afm non è stata trovata ancora una soluzione, nonostante le promesse e il concorso espletato cinque anni fa. Insieme a Imprudente ho presentato un emendamento al bilancio di previsione del Comune, in cui si chiede formalmente di reperire le risorse necessarie per l’applicazione di un contratto a tempo pieno e per dodici mesi».

Un passaggio di qualifica che si tradurrebbe, in soldoni, in un aumento di stipendio pari a 150 euro mensili. «Ma bisogna anche pensare a una soluzione a lungo termine», conclude Mancini, «come l’emanazione di un bando che preveda il turn-over con le insegnanti che vanno in pensione. Non è pensabile, infatti, creare delle discriminazioni all’interno della stessa scuola, tra personale docente che si occupa delle stesse mansioni e che offre il medesimo servizio. La disparità di trattamento si traduce in una difficoltà oggettiva a partecipare all’attività di programmazione scolastica». Del problema si stanno occupando anche le organizzazioni sindacali, che a breve chiederanno un incontro con il Comune e i vertici dell’Afm.

Monica Pelliccione

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