Dirigente accusa: mobbing in Comune

L’ex responsabile dello Sport declassato e relegato in un ufficio più piccolo e senza neanche la targa alla porta d’ingresso

SULMONA. Da responsabile di Sport, cultura e spettacoli lo hanno “dirottato” a occuparsi del Patrimonio del Comune, relegandolo in un ufficio molto più piccolo del precedente, con la sola scrivania a disposizione (almeno fino all’altro giorno), e senza targa con nome sulla porta d’ingresso, come invece è stato fatto per gli altri funzionari comunali. Provvedimenti e decisioni che gli avrebbero creato delle pesanti ripercussioni sia a livello personale che professionale.

È su questi presupposti che si fonda il ricorso per mobbing e demansionamento presentato al Tribunale di Sulmona dal funzionario Giancarlo Colaprete. Il ricorso è stato notificato l’altro giorno insieme a una pesante richiesta di risarcimento.

Il trasferimento venne disposto nel 2011 dall’allora segretario generale del Comune, Angela Graziani, durante il mandato della giunta comunale guidata dal sindaco Fabio Federico. Un provvedimento che rientrava nella riorganizzazione più ampia dei settori del Comune che portò anche alla riduzione dei dirigenti comunali che passarono da sei a quattro e a un considerevole risparmio per le casse comunali. «C’era da risistemare il settore del Demanio e del Patrimonio», spiega l’ex sindaco Fabio Federico, «e insieme agli assessori decidemmo di affidarlo a una persona competente come Colaprete proprio in virtù delle sue note capacità amministrative».

Anche se sembrerebbe che alla base del provvedimento a firma del segretario comunale Graziani ci siano state soprattutto le pesanti divergenze sorte tra Colaprete e alcune associazioni sportive sull’utilizzo delle strutture (Palasport, piscina e palestre polivalenti) di proprietà del Comune. Il ricorso, presentato per l’ipotesi di mobbing per demansionamento, sarà esaminato dal giudice del lavoro e va ad aggiungersi ai due analoghi ricorsi, per motivi diversi, presentati dal maggiore Antonio Litigante, comandante della polizia locale, e dall’avvocato Guido Blandini, quest’ultimo responsabile dell’ufficio legale del Comune. Sia il comandante che l’avvocato hanno chiesto il riconoscimento del ruolo di dirigenti, che di fatto avrebbero ricoperto per le mansioni svolte. A Litigante il tribunale ha già riconosciuto un primo risarcimento di 141.000 euro, per i primi quattro anni. Blandini ha invece chiesto un risarcimento complessivo per 450.000 euro. Adesso a questi due ricorsi si aggiunge quello di Colaprete che potrebbe provocare ulteriori problemi alle anemiche casse comunali già in forte affanno.

Claudio Lattanzio

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