Diritti dei disabili, sul web la protesta delle mamme

Una pagina Facebook ideata da Germana Lancia: una legge assurda considera come reddito la pensione, gli assegni e le indennità

CANISTRO. C’è chi ha perso la possibilità di far ottenere una borsa di studio al suo secondo figlio, chi non riesce a pagare una casa famiglia e chi deve pagarsi le cure da sè. Non importa se almeno uno dei genitori, il più della volte a fare un passo indietro è la mamma, alla nascita di un figlio disabile sia stato costretto a lasciare il lavoro. Ma come dimostrano ogni giorno, nella vita quotidiana, si tratta di persone che hanno forza da vendere ed è per questo che ora hanno intenzione di far sentire la propria voce ai politici.

Parte da Facebook la protesta per la difesa dei diritti dei disabili, che siano bambini, giovani, adulti o anziani, di tutta Italia. E parte dall’Abruzzo.

Germana Lancia, dottoressa in legge, originaria di Canistro, nel giro una ventina di giorni ha già raccolto l’adesione di 10.615 utenti iscritti al popolare social network. Esperta di diritto costituzionale, Lancia è una disabile ed è la responsabile dello sportello delle relazioni con gli studenti disabili dell’Università La Sapienza di Roma. Da anni lotta contro i pregiudizi e le difficoltà in cui ogni giorno si imbattono i disabili e questa volta, più che mai, promette battaglia.

«Il gruppo prende spunto da una legge vergognosa che considera reddito le pensioni, gli assegni e le indennità erogate alle persone disabili» spiega la Lancia, «legge approvata dal Parlamento nel dicembre 2014 e riconfermata nel dicembre 2015». «Da qui il nome “Affari tuoi: il pacco del Parlamento alle persone disabili. Avanti un altro!”», insiste, «perché la nostra intenzione è quella di rimandare al mittente questo miserabile pacco e chiedere l’abolizione della norma». Nel gruppo, Lancia ha invitato le migliaia di genitori che ogni giorno lottano contro gravi malattie e una schiera di mamme e papà stracolma di amore e orgoglio non ha esitato a mostrare i propri “gioielli”. E così Domenico Vicari e sua moglie Patrizia Sabatini, di Civitella, hanno postato la foto di Marco, 8 anni, che lotta contro cure dolorose come un ometto e che percepisce solo “un’indennità di frequenza”. Adriano è di Magliano, ha 5 anni e mezzo e sua mamma, Antonella Murzilli, percepisce dall’Inps 180 euro al mese. Solo dopo vari esposti alla Asl è riuscita ad avere delle terapie domiciliari. Una mamma che non si è mai arresa è poi Monica Morelli, di Civitella, che sottolinea come i diritti siano sempre di meno per il suo Francesco, 14enne, gravemente malato, per cui solo di pannolini spende 12 euro ogni tre giorni. «Per Metta percepiamo 290 euro al mese» dice Emma Belmonte, di Celano, «lavora solo mio marito, è un meccanico. Il nostro reddito Isee aumenta con l’invalidità di nostra figlia».

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