Ditte sospette, sindaco preoccupato

24 Marzo 2015

Cialente: «Trentasette imprese escluse dai lavori sono tante, servono regole rigide»

L’AQUILA. «Quello di 37 aziende interdette è un numero non trascurabile, soprattutto le 12 aquilane che hanno avuto rapporti con queste qui: ci vuole ancora più attenzione».

Così il sindaco Massimo Cialente commenta la notizia, pubblicata dal Centro e dall'Espresso, sulle 37 interdittive antimafia nei confronti di imprese che lavorano nella ricostruzione post-sisma che sarebbero state emesse dalla prefettura. Un fatto che emerge dopo alcuni arresti per infiltrazioni della camorra, in particolare i Casalesi, nella ricostruzione privata.

«Il problema grosso per le infiltrazioni mafiose sono i subappalti della ricostruzione privata, lo dico dal 2009», spiega Cialente. «Ecco perché la nuova legge dovrà essere molto rigida sia sul conferimento degli incarichi sia sul controllo, ponendo regole molto rigide».

Per il primo cittadino «deve finire la storia delle vendite dei rami d’azienda, c’è un sottobosco nel quale si può infilare di tutto indipendentemente dalla volontà dei protagonisti. Il subappalto del subappalto, per esempio, è insostenibile», afferma, «ma stiamo verificando che succede spesso, lì si sta insinuando le infiltrazioni». Quanto ai controlli, «sapevo di queste misure, me ne comunicano diverse, mi sembra che si stia facendo un lavoro molto attento, ma bisogna continuare e andare avanti su questa strada», conclude il sindaco.

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