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Don Formenti: «Quelle lacrime non erano di circostanza»

L’AQUILA. «È mia opinione personale, certamente fallibile, che le lacrime di Giovanna Maria Iurato di fronte alle macerie della Casa dello studente non siano state né finte né di circostanza». Inizia...

L’AQUILA. «È mia opinione personale, certamente fallibile, che le lacrime di Giovanna Maria Iura to di fronte alle macerie della Casa dello studente non siano state né finte né di circostanza». Inizia così la lettera aperta, a difesa dell’ex prefetto dell’Aquila, del sacerdote salesiano don Roberto Formenti. «Dal testo dell’intercettazione pubblicata, se ride (ma sarà stato riso?) pare lo faccia riguardo a un’espressione dei giornalisti. Nella telefonata non dice di aver pianto per finta. Ho visto commuoversi la Iurato nel suo ufficio parlando dei disagi della popolazione colpita dal sisma ed erano lacrime vere, private. Sì, forse è una donna che davanti alle tragedie si commuove, ma c’è qualcuno di noi che non si è commosso? Nei due anni passati all’Aquila ha vissuto in una camera, nella caserma della Finanza, lontano dalla famiglia, lavorando notte e giorno. Se le sue lacrime, e le sue risa, fossero autentiche non possiamo averne la certezza, ma di tutto il lavoro positivo che ha svolto sì. Tante persone», aggiunge, «tra cui chi scrive, e istituzioni sono state aiutate direttamente o indirettamente da lei, hanno trovato in lei un interlocutore appassionato e competente. Credo che abbia fatto il suo lavoro di prefetto per dovere e per amore, molti potrebbero testimoniarlo e spero che lo facciano. Che una donna il cui operato positivo è sotto gli occhi di tutti, pubblico, verificabile, venga messa alla pari di faccendieri e fuorilegge rattrista non poco. San Francesco racconta che quando, stanco e affamato, sarà preso a bastonate dai suoi stessi frati perché scambiato per un poco di buono allora e solo allora avrà raggiunto la “perfetta letizia”. Mi auguro che anche Giovanna Maria abbia la stessa forza».

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