Donne e trans nel «B&B» del sesso

16 Aprile 2014

Blitz dei carabinieri a Scoppito: il viavai di clienti ha insospettito gli investigatori. Denunciati tre indiani

L’AQUILA. Troppi ospiti maschi in quelle stanze. Un viavai continuo e una permanenza di breve durata che desta i primi sospetti da parte degli investigatori. Infine, l’arrivo di donne accompagnate da transessuali fa scattare il blitz. Non erano semplici stanze in affitto, dunque, quelle del «Bed & Bed Royal», attività ubicata a Scoppito, in via Roma 32, gestita da una famiglia di nazionalità indiana. Secondo le risultanze investigative dei carabinieri, dentro al residence si esercitava la prostituzione. Attività che i titolari avrebbero favorito.

SOTTO COPERTA. Sono andati avanti per mesi e mesi i servizi mirati messi in campo dagli uomini del comandante provinciale colonnello Savino Guarino. I carabinieri della Compagnia dell’Aquila hanno eseguito, nelle prime ore della mattinata di ieri, un decreto di sequestro preventivo, emesso dal tribunale, nei confronti di tre cittadini indiani, ritenuti responsabili di favoreggiamento aggravato della prostituzione in concorso tra loro. In particolare, la vicenda nasce da un’attività di indagine svolta d’iniziativa da parte dei militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia, e che ha avuto inizio nel mese di marzo dello scorso anno, con servizi di osservazione e pedinamento consentendo di raccogliere importanti elementi probatori a carico degli indagati.

CHI SONO. I sospettati di aver messo in piedi un’attività per così dire «parallela» rispetto a quella originariamente prevista per il bed and breakfast sono tre cittadini indiani. Si tratta di L.R., di 59 anni, R.S., di 45 anni e L.G., di 23 anni. I carabinieri, nel corso dei mesi, hanno documentato in maniera certosina che all’interno della struttura ricettiva denominata «Bed & Bed Royal», ubicata a Scoppito, gestita dai tre sospettati, c’era un continuo andirivieni di persone e in particolare anche di transessuali e, soprattutto dopo l’ingresso di questi ultimi, si verificava un afflusso di «strana clientela» che si intratteneva negli alloggi soltanto per qualche ora.

LE INDAGINI. All’esito dell’attività investigativa è emerso che gli indagati, dietro compenso in denaro, tolleravano che all’interno del bed and breakfast numerosissime donne e transessuali di origine romena e sudamericana esercitassero in maniera continuativa e assidua la prostituzione dopo aver preso le stanze in affitto. In particolare, i tre sospettati sono accusati di aver agevolato l’ingresso dei clienti all’interno del locale, anche accompagnando le donne a bordo di veicoli che erano nella loro disponibilità. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale ha emesso il provvedimento di sequestro preventivo dell’immobile concordando pienamente con le risultanze dell’attività investigativa svolta dai militari dell’Arma. Il sostituto procuratore della Repubblica titolare dell’indagine è il pm Stefano Gallo.

CLIENTI NEL MIRINO. Nel corso delle indagini i carabinieri si sono imbattuti anche in una larga schiera di persone che frequentavano la struttura di Scoppito per incontri sessuali a pagamento. Una clientela di ogni ceto sociale sulla quale sono in corso accertamenti ulteriori, anche al fine di definire meglio ruoli e gerarchie nella gestione del «servizio supplementare». Insomma, anche attraverso le testimonianze dei clienti la vicenda potrebbe avere sviluppi utili alla definizione dell’indagine.

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