Droga, spunta una rubrica con l’elenco dei clienti

I 4 albanesi annotavano somme da incassare e consumatori della Sulmona bene La cessione della cocaina immortalata da una videocamera nascosta

SULMONA. Una piccola rubrica in cui gli albanesi tenevano segnati i nomi dei clienti e le somme che dovevano ancora ricevere. Nomi eccellenti della Sulmona bene, tra cui molte donne e tanti insospettabili. È questo l’asso nella manica sul quale puntano i carabinieri per incastrare alle loro responsabilità Roland Hyso di 39 anni, Florenc Hyso di 31 anni, Dhimitraq Hyso di 44 anni e Redjan Stavre di 30 anni. I quattro albanesi sono stati arrestati (i primi due sono in carcere e gli altri ai domiciliari) su ordine del gip Massimo Marasca con l’accusa di aver creato una sorta di supermercato della droga che riforniva Sulmona e la Valle Peligna. Con loro è indagato anche un altro connazionale, denunciato per lo stesso reato. Un’organizzazione che i carabinieri sono riusciti a smantellare grazie a intercettazioni ambientali, ma soprattutto con l’uso di una videocamera con cui hanno ripreso decine di situazioni in cui i quattro indagati cedevano la droga ai loro clienti.

Per ogni cliente una precisa zona di consegna: nel piazzale del cimitero, nei giardini sopra il parcheggio di Santa Chiara, nell’area nei pressi di un ex caseificio. Tutte zone isolate dove gli albanesi pensavano di essere al sicuro e lontano da occhi indiscreti. Le indagini sono andate avanti per sei mesi e in questo periodo i carabinieri, coordinati dal capitano Francesco Nacca, hanno acquisito a verbale anche numerosi clienti ripresi con le telecamere e poi sorpresi con addosso la droga appena acquistata. Prove inconfutabili che sono servite per convincere il giudice per le indagini preliminari a firmare le due ordinanze di custodia in carcere e le altre due ai domiciliari. Prove che però sono contestate dal legale degli albanesi, l’avvocato Alessandro Margiotta. «L’indagine e quindi l’ordinanza sono frutto di una valutazione ancora sommaria che ha bisogno di precisi riscontri che ad oggi non sussistono», spiega il legale pratolano, «tra l’altro, per uno degli indagati si prospetterebbe anche il “Nebis in idem”, visto che lo stesso reato è stato contestato sia nell’arresto di un mese fa, sia nell’ultima ordinanza». Nel frattempo il gip Marasca, ha fissato per domani gli interrogatori di garanzia dei quattro albanesi. Due saranno ascoltati direttamente in carcere, mentre gli altri che si trovano agli arresti domiciliari, saranno sentiti in tribunale.

Claudio Lattanzio

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