Ecco come riparare le case
La strada da seguire per accedere ai fondi del Cipe
L’AQUILA. I soldi certi del Cipe (un miliardo di euro) e l’inverno imminente spingono i proprietari di case A (agibili), B (temporaneamente inagibili) e C (parzialmente inagibili) ad accelerare i tempi per la riparazione degli immobili. Secondo i dati della Protezione civile, gli edifici privati di categoriea A sono 36.924 (48,6%), quelli con esiti B 8.931 (11,7%) e infine quelli con esito C 1.905 (2,5%).
Vediamole più da vicino le regole da seguire per la cosiddetta ricostruzione leggera. LE CASE A. Per le case classificate di categoria A lo strumento per ripartire è un contributo fino a 10mila euro per i danni lievi, più un contributo fino a 2.500 euro per le parti comuni dei condomini. Sono coperte anche le spese per la progettazione, l’assistenza tecnica e l’Iva.
Possono richiedere il contributo i proprietari degli immobili danneggiati dal terremoto e i titolari di diritti reali di godimento, come l’usufrutto. Per le parti comuni è l’amministratore di condominio a richiedere il contributo e a preventivare, gestire e rendicontare in modo analitico le spese. Il compenso degli amministratori rientra tra le spese ammissibili a contributo.
Il contributo per l’abitazione principale si può sommare a quello per abitazioni non principali e per immobili ad uso non abitativo se il 6 aprile erano regolarmente affittati, e se i contratti vengono rinnovati agli inquilini. Vanno allegati i seguenti documenti: il preventivo di spesa della ditta che esegue i lavori sottoscritto anche dal proprietario; i documenti di spesa se i lavori sono in corso; i documenti di spesa e il verbale di fine lavori se sono già terminati. Per la domanda non c’è scadenza, ma il contributo è pensato per danni lievi, riparabili in un mese.
I CONTRIBUTI. L’ingegner Giovanni Di Filippo (Projectdfp) rilancia un tema molto sentito dai progettisti e dai proprietari di case classificate A, e cioè quello del riequilibrio dei fondi. «Premesso che la somma a disposizione per la riparazione delle parti comuni degli edifici A è di 2.500 euro per unità immobiliare comprensivi di Iva e oneri tecnici», spiega il tecnico, «ci si chiese nel mese di agosto come si potesse fare per effettuare i lavori di una tipica palazzina A con lesioni minime nell’intonaco della facciata, del vano scala e con magari il classico comignolo da rivedere, visto che la sola installazione del ponteggio e la ritinteggiatura della facciata in un condominio tipo di 8 appartamenti superava di gran lunga i 20.000 euro Iva compresa disponibili».
«Fu così», aggiunge, «che il 5 settembre compariva una risposta ai quesiti dei cittadini concordata (secondo quanto riportato nel titolo) tra Protezione Civile e Comune dell’Aquila, con la quale si diceva testualmente: «Il contributo per le parti comuni può essere integrato anche con una quota del contributo spettante

Vediamole più da vicino le regole da seguire per la cosiddetta ricostruzione leggera. LE CASE A. Per le case classificate di categoria A lo strumento per ripartire è un contributo fino a 10mila euro per i danni lievi, più un contributo fino a 2.500 euro per le parti comuni dei condomini. Sono coperte anche le spese per la progettazione, l’assistenza tecnica e l’Iva.
Possono richiedere il contributo i proprietari degli immobili danneggiati dal terremoto e i titolari di diritti reali di godimento, come l’usufrutto. Per le parti comuni è l’amministratore di condominio a richiedere il contributo e a preventivare, gestire e rendicontare in modo analitico le spese. Il compenso degli amministratori rientra tra le spese ammissibili a contributo.
Il contributo per l’abitazione principale si può sommare a quello per abitazioni non principali e per immobili ad uso non abitativo se il 6 aprile erano regolarmente affittati, e se i contratti vengono rinnovati agli inquilini. Vanno allegati i seguenti documenti: il preventivo di spesa della ditta che esegue i lavori sottoscritto anche dal proprietario; i documenti di spesa se i lavori sono in corso; i documenti di spesa e il verbale di fine lavori se sono già terminati. Per la domanda non c’è scadenza, ma il contributo è pensato per danni lievi, riparabili in un mese.
I CONTRIBUTI. L’ingegner Giovanni Di Filippo (Projectdfp) rilancia un tema molto sentito dai progettisti e dai proprietari di case classificate A, e cioè quello del riequilibrio dei fondi. «Premesso che la somma a disposizione per la riparazione delle parti comuni degli edifici A è di 2.500 euro per unità immobiliare comprensivi di Iva e oneri tecnici», spiega il tecnico, «ci si chiese nel mese di agosto come si potesse fare per effettuare i lavori di una tipica palazzina A con lesioni minime nell’intonaco della facciata, del vano scala e con magari il classico comignolo da rivedere, visto che la sola installazione del ponteggio e la ritinteggiatura della facciata in un condominio tipo di 8 appartamenti superava di gran lunga i 20.000 euro Iva compresa disponibili».
«Fu così», aggiunge, «che il 5 settembre compariva una risposta ai quesiti dei cittadini concordata (secondo quanto riportato nel titolo) tra Protezione Civile e Comune dell’Aquila, con la quale si diceva testualmente: «Il contributo per le parti comuni può essere integrato anche con una quota del contributo spettante