Equitalia, l’allarme di Lolli: Stangata in arrivo sugli aquilani

«Ci sono 85mila cartelle esattoriali di Equitalia che presto si abbatteranno su noi aquilani». A lanciare l’allarme è stato ieri l’onorevole del Partito democratico, Giovanni Lolli, durante l’assemblea cittadina che si è tenuta nel tendone di piazza Duomo

L’AQUILA. «Ci sono 85mila cartelle esattoriali di Equitalia che presto si abbatteranno su noi aquilani». A lanciare l’allarme è stato ieri l’onorevole del Partito democratico, Giovanni Lolli, durante l’assemblea cittadina che si è tenuta nel tendone di piazza Duomo.

L’incontro, a cui erano stati invitati anche l’onorevole Marcello De Angelis del Pdl e il sindaco Massimo Cialente, che tuttavia non hanno partecipato, è stato l’occasione per spiegare alla cittadinanza i contenuti della legge Barca. Nell’emendamento inserito nel decreto sviluppo sul quale, il governo, mercoledì scorso, ha chiesto (e ottenuto) la fiducia alla Camera, «molte cose ci sono, altre no» per il parlamentare di centrosinistra, che ha fatto subito una premessa: «A giugno l’Unione europea ha dato notifica di infrazione all’Italia sul tema della restituzione delle tasse».

«Il problema, ovviamente, non riguarda solo il terremoto», ha spiegato Lolli, «ma anche altre vicende nazionali. Però non possiamo nascondere che ci tocca molto da vicino. Il governo, finora, non ha dato risposte all’Ue, ma presto dovrà farlo». È per questo che Lolli ha chiesto direttamente al ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, un provvedimento che blocchi o almeno limiti la portata della scure che rischia di abbattersi sul territorio aquilano.

«Abbiamo chiesto a Barca di chiarire con un’ordinanza tutta la vicenda», ha detto il parlamentare. «Altrimenti rischiamo anche di vanificare i sacrifici fatti per ottenere il de minimis: quei soldi potrebbero essere usati per ripianare i debiti causati dalle tasse».

«Le imprese che già sono in difficoltà, rischiano una seria crisi», ha detto Lolli allarmato. Dopo aver chiarito questo nodo della vicenda, Lolli è passato a spiegare punto per punto la legge Barca e gli emendamenti apportati. «Ho cercato di orientare il lavoro svolto sulla base del testo di legge di iniziativa popolare che abbiamo presentato. Gli emendamenti sono stati fatti raccogliendo le proposte che arrivavano direttamente dal Comune dell’Aquila e dai Comuni del cratere», ha continuato il parlamentare. «In questo decreto una parte delle cose di quel testo c’è, un’altra no».

«Ma abbiamo altre tre occasioni da sfruttare», prosegue Lolli: «L’ordinanza di chiusura dello stato di emergenza, prevista per il 15 settembre, uno o due decreti del governo che arriveranno in autunno e la legge di Bilancio, quella che prima veniva chiamata Finanziaria. Insieme a un collega emiliano abbiamo provato a fare una proposta di legge delega che proporremo ai colleghi parlamentari».

«È una legge che vincola il governo a fare diverse cose in un tempo stabilito», ha aggiunto Lolli. «Queste prossime scadenze le affronteremo riunendo sindaci e cittadini per avere un quadro chiaro della situazione». Nonostante la soddisfazione espressa da Lolli su vari punti della legge («le 300 assunzioni», ha detto, «sono quasi un miracolo. La stabilizzazione dei precari che qualcuno ha chiesto sarebbe stata illegale»), molte sono state le perplessità espresse dai cittadini che hanno partecipato all’incontro. Nel «mirino» soprattutto la differenza di trattamento per le seconde case dei piccoli comuni, rispetto a quelle del centro storico dell’Aquila e il previsto ampio ricorso ad appalti pubblici.

«L’Aquila rischia di spopolarsi», ha spiegato uno dei cittadini presenti, «se gli aquilani continueranno a non sapere quando potranno tornare nelle loro case».

Michela Corridore

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