Ex Finmek, scatola vuota

28 Settembre 2010

Viaggio nella struttura destinata a parco commerciale

SULMONA. Due manufatti in cemento armato senza impianti e senza tamponamenti. Un opificio per metà occupato dagli uffici Saca, la società acquedottistica, e per l'altra metà ridotto a un enorme casermone con infiltrazioni e senza servizi. È la situazione in cui si trova lo stabilimento ex Finmek che dovrebbe ospitare il nuovo parco commerciale dell'imprenditore Antonio Rubeo.

E dove ha chiesto di trasferirsi da mesi la maggior parte degli esercizi commerciali del centro commerciale Ovidio.  Una situazione a dir poco paradossale se si pensa che la struttura, a oggi, può ospitare solo ed esclusivamente attività industriali per via della natura dell'immobile realizzato dalla Ericsson per produrre materiale elettronico e non per la vendita al dettaglio.  Tra l'altro, l'imprenditore Rubeo, era riuscito ad acquistare l'immobile a un prezzo molto vantaggioso, presentando un piano industriale che prevedeva la realizzazione di cabine elettroniche e la riassunzione di buona parte degli operai ex Finmek. Un progetto che, nonostante le tante assicurazioni degli acquirenti, non ha mai preso il via. 

Nel frattempo, però, è partito l'ampliamento della struttura, che il Comune ha autorizzato sempre per fini industriali.  Al posto dei parcheggi esterni, sono stati realizzati altri due manufatti, che secondo le intenzioni dell'imprenditore marsicano avrebbero dovuto ospitare gli uffici e l'area dirigenziale della nuova fabbrica. Altri due edifici (ancora da realizzare) sono previsti nella parte posteriore dello stabilimento.

Tutte queste variazioni sono state possibili grazie all'avallo dei vertici del consorzio per il nucleo industriale che governa l'area, anche loro convinti che le modifiche proposte da Rubeo sarebbero servite per far riprendere la produzione industriale. Da circa un anno l'imprenditore ha scoperto le sue carte chiedendo al Comune la variazione di destinazione d'uso dell'immobile per poter realizzare il parco commerciale. 

Al suo fianco si sono subito schierati molti dei negozianti dell'ex Ipersidis che con la chiusura della piattaforma alimentare e il continuo degradarsi della struttura che li ospita, hanno chiesto di potersi trasferire nel nuovo parco commerciale in via di realizzazione. Un parco che, se si dovesse tenere conto dello stato di avanzamento dei lavori, avrebbe bisogno ancora di un paio di anni per arrivare al taglio del nastro.  Senza contare l'aspetto normativo e regolamentare che, a questo punto, resta l'ostacolo più duro da superare.

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