Fina sui bambini nel bosco: «No a una nuova Bibbiano, non delegittimare i giudici»

24 Novembre 2025

Il tesoriere Pd: «L’equilibrio tra poteri dello Stato è patrimonio da non indebolire. Abbiamo già capito quali saranno gli argomenti della destra sul referendum»

L’AQUILA. No alla totale delegittimazione dei giudici. Usando il cinismo di chi non vede che a farne le spese sono dei bambini. Come nel caso dell’infame campagna della destra fatta su Bibbiano. L’affondo è del senatore marsicano Michele Fina, eletto alle Politiche del 2022, attuale tesoriere nazionale del Pd.

Senatore Fina, che cosa ne pensa del provvedimento con cui il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto l’allontanamento dei bambini?

«Credo che in casi così delicati sia fondamentale evitare giudizi affrettati».

Spieghi.

«Le decisioni dei tribunali minorili si basano su valutazioni tecniche, non su considerazioni politiche o moralistiche. Detto questo, è diritto e dovere della politica interrogarsi sulle conseguenze sociali dei provvedimenti, non per interferire ma per comprendere e se del caso anche per intervenire. L’obiettivo deve essere uno solo».

Quale?

«Garantire che l’interesse dei minori sia realmente tutelato. Per questo auspico che i diritti e gli interessi in gioco possano essere opportunamente contemperati, nel rispetto del preminente interesse dei minori e della salvaguardia dell’unione familiare».

Per lei è quindi giusto far prevalere sempre l’interesse dei minori, come principio assoluto?

«Sì, l’interesse del minore deve prevalere. È un principio costituzionale e rappresenta la bussola di ogni intervento pubblico. Ma va chiarito cosa intendiamo con interesse del minore».

Dica.

«Non si tratta solo di sicurezza fisica: parliamo di istruzione, socialità, equilibrio affettivo, libertà di crescere in un ambiente che favorisca lo sviluppo e l’autonomia. Non esiste un automatismo: serve una valutazione concreta, caso per caso».

In questo, di caso, i social sembrano schierarsi con la famiglia. È il segno dei tempi? Una vita frenetica che spinge a idealizzare l’isolamento?

«Sì, lo vedo anch’io. Viviamo in una società frenetica e molti cittadini percepiscono l’idea di ritirarsi dal mondo come un gesto di autenticità. Capisco questa sensibilità, ma la realtà è più complessa: quello che può essere un sogno per gli adulti non sempre coincide con ciò che serve ai bambini. L’isolamento totale non è solo una scelta esistenziale, è un fattore che può incidere sui diritti dei minori alla socializzazione, alla crescita equilibrata e alla costruzione della capacità di autodeterminazione».

Conta di più la legge o il nostro sistema di valori, come sostiene il presidente della Regine Marsilio?

«In uno Stato di diritto i valori devono inverarsi nella legge, che deve contemperare tutte le esigenze e avvicinarsi il più possibile a ciò che è giusto e a ciò che è vero. Questo principio ovviamente è una continua ricerca, per questo le leggi non valgono per sempre e si richiede che siano costantemente discusse e aggiornate. I valori personali o politici, per essere chiari, non possono scavalcare le leggi e determinare decisioni che riguardano la vita di un minore. Questo non significa ignorare il dibattito culturale: significa però lasciare che le istituzioni competenti operino sulla base di verifiche oggettive».

Il ministro Salvini non la pensa proprio così...

«Non condivido l’idea di trasformare un caso così complesso in una battaglia politica. I minori non sono strumenti di propaganda».

Quindi?

«A fronte di una decisione tanto delicata è giusto dare voce alla famiglia, ma alimentare la contrapposizione non aiuta né i bambini, né i genitori, né la società tutta. Sarebbe più utile invitare alla prudenza e al rispetto del lavoro dei magistrati, che hanno un compito difficile e molto responsabilizzante».

La Lega Abruzzo ha annunciato una raccolta firme per “salvare i bambini”. Come interpreta questa iniziativa?

«È legittimo sempre che un partito mobiliti i cittadini, ma trovo improprio e strumentale presentare il caso come una contrapposizione tra salvare o perdere i minori. È un messaggio semplificato che rischia di creare aspettative irrealistiche e di alimentare tensioni. Le decisioni sui minori si prendono nelle sedi istituzionali, sulla base di valutazioni professionali, non nelle piazze».

Quindi dà ragione all’Anm che denuncia strumentalizzazioni intorno al caso?

«Sì. Quando si entra nel terreno della spettacolarizzazione, si tradisce la delicatezza del tema. I magistrati minorili non prendono decisioni leggere. In questo caso serviva un supplemento di riflessione? Era possibile agire su azioni graduali prima di arrivare ad un provvedimento? Possiamo certo interrogarci, ma sono provvedimenti dolorosi che seguono istruttorie e perizie. Trasformare tutto questo in un campo di scontro politico significa togliere serietà e rispetto al lavoro degli operatori e, soprattutto, alla situazione dei bambini».

E il ministro Nordio che pensa di inviare ispettori ministeriali?

«L’invio degli ispettori è uno strumento previsto dalla legge e quindi non lo considero, in astratto, un atto scorretto. Ma va usato con la massima cautela, perché può essere percepito come una pressione politica sulla magistratura. Prima di intervenire, bisognerebbe aspettare gli sviluppi giudiziari e conoscerne i dettagli. L’equilibrio tra poteri dello Stato è un patrimonio da non indebolire. Ma in tutta questa strumentalizzazione non possiamo tacere un risvolto tutto politico di cui alcuni si dovrebbero vergognare».

Quale?

«In queste ore si sta votando in alcune regioni importanti e anche i nostri avversari prevedono un risultato molto favorevole al campo progressista. Seguirà un referendum costituzionale che non è sulla giustizia e nemmeno sulla separazione delle carriere, bensì è uno smembramento della magistratura. Abbiamo già capito quali saranno gli argomenti usati in questa campagna referendaria dalla destra: totale delegittimazione dei giudici. Tutti, anche quelli che combattono a rischio della propria vita terrorismo, mafie e delinquenza di ogni genere».

Conclusione?

«Ho l’impressione che anche questa pagina abruzzese di inutile e dannosa polemica politica faccia parte di quella campagna. Con il cinismo di chi non vede che a farne le spese sono dei bambini. D’altra parte si tratta delle stesse persone che ancora devono chiedere scusa per l’infame campagna fatta su Bibbiano; anche in quel caso non ci si è fatto scrupoli nell’utilizzare dei bambini per alimentare odio e prendere voti, salvo poi essere totalmente smentiti dalla realtà dei fatti».

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