vita notturna

Fiom: no ai pub nel sito industriale

Il sindacalista Fegatelli: collocare prima le aziende e poi i locali

L'AQUILA. Sta facendo discutere l'idea lanciata dal direttore della Confcommercio Celso Cioni sulla «cittadella della movida» da localizzare all'ingresso del polo elettronico. L'ipotesi, contenuta in una lettera aperta inviata al sindaco Massimo Cialente, non dispiace all'assessore comunale al commercio Marco Fanfani, che ne ha già parlato anche con i rappresentanti della Confesercenti e ha effettuato un sopralluogo tecnico all'ex Italtel, nell'area che potrebbe ospitare, in via temporanea, le attività commerciali che a settembre dovranno lasciare il centro storico per l'apertura dei cantieri della ricostruzione.

Cioni aveva proposto l'utilizzo dei capannoni in disuso del polo elettronico, che recentemente sono diventati di proprietà del Comune. Ora si sta vagliando invece la possibilità di occupare l'area del parcheggio esterno, dove potrebbero essere allestite delle strutture provvisorie per pub e locali. E se il fronte dei commercianti appare spaccato sulla nuova localizzazione, fortemente contraria è la Fiom-Cgil: «In questa città», dice il segretario provinciale della Fiom Alfredo Fegatelli, «molti aprono bocca senza sapere di cosa stanno parlando. Pensare a una cittadella della movida all'interno del polo elettronico significherebbe chiudere definitivamente qualsiasi prospettiva di ripresa industriale del sito. Invece di proporre progetti per attrarre nuove imprese e favorire nuova occupazione, si pensa al divertimento notturno dei giovani. Certo, anche i bar e i locali devono lavorare, e servono luoghi di aggregazione. Ma prima di tutto, questi giovani hanno bisogno di lavoro. Altrimenti saranno costretti a lasciare la città. E poi c'è un altro aspetto fondamentale da non sottovalutare: nel polo elettronico attualmente operano tre aziende importanti, la Thales Alenia Space, la Selex Elsag e la Hi-Tech. E vicino c'è il laboratorio di ricerca Technolabs. Si tratta di stabilimenti che hanno bisogno di standard di sicurezza e certificazioni particolari. Mi chiedo come possano convivere queste esigenze con la presenza di attività commerciali frequentate quotidianamente da centinaia di persone. Il sito industriale aquilano», conclude il segretario della Fiom, «offre 28mila metri quadrati di capannoni e altri 34mila da edificare: si devono portare industrie, non pub». ©RIPRODUZIONE RISERVATA