Fisco, blitz a Roccaraso: protestano i negozianti"Verifiche che penalizzano chi cerca di risollevarsi"

Cipriani: "Sei ore di controlli ma alla fine nessun rilievo". Il disappunto di qualche commerciante: "Sbagliato accanirsi contro di noi"

ROCCARASO. «Sono arrivati alle 11 mentre tutti i dipendenti stavano mangiando e sono andati via dopo sei ore. Erano in quattro e, senza nemmeno dire chi fossero, hanno controllato i vari settori dell'albergo per verificare le presenze e le persone che stavano lavorando. Poi, con calma, si sono presentati dicendo che erano dell'Ufficio dell'entrate e che dovevano procedere a un controllo generale». È Armando Cipriani, ex sindaco di Roccaraso e proprietario del Grande Albergo, una delle strutture più rinomate della Cortina del sud che racconta i concitati momenti del mega blitz degli uomini delle tasse. «Controlli minuziosi che hanno riguardato soprattutto i dipendenti. Se erano stati assunti e se tutti i registri degli arrivi e delle partenze dei clienti erano in ordine. Dei 22 dipendenti che ho sul libro paga ne erano presenti 20. Tutti in ordine, come è stato certificato sul verbale che mi hanno consegnato alla fine dei controlli». Tutto ok per il Grande Albergo e tutto in regola all'Hotel Excelsior, come conferma la proprietaria.

«Sì, sono stati anche qui controllando ogni angolo dell'albergo», afferma la donna, «non dico che non vogliamo le verifiche, ma farle in questo modo e in una giornata in cui c'è movimento perché è proprio il sabato e la domenica che ci sono gli arrivi e le partenze, ci ha creato molti problemi. Sicuramente, i più penalizzati sono stati i clienti che si sono trovati in mezzo a una situazione di estrema tensione».

Nelle prime ore della giornata i controlli hanno riguardato gli alberghi, poi i negozi che chiudevano in serata, quindi ristoranti e bar. E poi boutique, un negozio che affitta gli sci, snowboard, scarponi e tutto il materiale che serve per divertirsi sulla neve.

«Sono arrivati anche da noi», dice Vincenzina, che gestisce il bar nel palaghiaccio di Roccaraso. «Erano in sei: tre sono rimasti qui e gli altri sono andati nell'ufficio della struttura sportiva. Per quel che mi riguarda tutto a posto. Non so nulla del palaghiaccio, anche perché i controlli sono stati molto più lunghi e laboriosi».

Ieri sera il palaghiaccio era pieno di giovani impegnati a fare piroette sui pattini. C'erano anche le istruttrici con le loro piccole allieve, impegnate nella classica lezione del sabato sera. «No qui non li abbiamo visti», fanno sapere dalla scuola di sci di Roccaraso, dove lavora una settantina di maestri di sci, «abbiamo saputo che sono in giro. Ma noi non abbiamo nulla da temere».

Nella giornata che ha visto Roccaraso, interessata dal fitto controllo dell'Agenzia delle entrate, non sono mancate polemiche e dissensi. Una gestione che per diversi commercianti è apparsa almeno fuori luogo in un momento di difficoltà per la cittadina. A tal proposito è duro il commento di Esia Chiaverini, titolare di un negozio d'abbigliamento. «Ho massimo rispetto per l'agenzia, ma venire a Roccaraso, che non è di certo Cortina, nel primo vero giorno lavorativo dopo settimane di nulla è mortificante», continua la signora Chiaverini, «nelle ultime settimane abbiamo avuto prima il blocco dei tir, poi la tanta neve che ci ha creato non poche difficoltà, ora ci mancava anche restare bloccati, spesso per ore, nei diversi orari di punta dei rispettivi esercizi a causa dei controlli. Capisco che il loro lavoro è importante, ma a chi sta vivendo momenti di difficoltà fanno passare quasi la voglia di andare avanti».

Discorso analogo anche per un maestro di sci che ha preferito rimanere anonimo: «Il nostro box sull'impianto è piccolo, e la loro presenza, seppur giusta, ci ha di fatto impedito di svolgere al meglio il nostro lavoro». La prende con filosofia invece una commerciante di alimentari: «Sono tranquilla, ho dato il mio contributo e reputo giusto quanto l'Agenzia sta facendo. Ma ora fermassero anche tutti quei signori con i macchinoni che affollano Roccaraso in questi giorni».

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